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Chi era Imane Fadil testimone nel Ruby-ter, morta avvelenata

Redazione Controcampus 19 Marzo 2019
R. C.
05/10/2024

Ecco  chi era Imane Fadil, la testimone marocchina nel processo Ruby-ter contro Berlusconi: biografia, storia e anni della giovane marocchina è trovata uccisa, ecco come è morta e perché sarebbe stata avvelenata.

Cerchiamo di capire chi era Imane Fadil dalle interviste e dalla sua storia e biografia: i racconti sul bunga bunga nelle aule di tribunale alle accuse a Berlusconi nel processo Ruby. Fino alla morte di Fadil per presunto avvelenamento.

La giovane modella di origini marocchine fu tra le prime a parlare, nel 2011, delle cosiddette “cene eleganti” che si tenevano a Villa San Martino, residenza milanese di Silvio Berlusconi. Da quel momento la vita di Imane è finita al centro del vortice  mediatico e giudiziario.

Circa dieci anni di udienze, dichiarazioni, interviste. Poi il ricovero, a fine gennaio scorso, all’ospedale Humanitas di Rozzano.

Mi hanno avvelenato“: questo il timore della giovane modella. Intanto le condizioni della giovane peggiorano, e dopo un mese di agonia si spegne il 1 marzo nell’ospedale milanese.

Ma come è morta Imane Fadil? Quali sono state le cause del decesso della giovane modella? Restano ancora da chiarire le circostanze in cui è morta Imane Fadil. Nel frattempo la procura di Milano ha aperto un’inchiesta.

Chi era Imane Fadil perchè era testimone nel Ruby ter: biografia e storia di come è morta

Per sapere chi era Imane Fadil, potrebbe essere utile fare un passo inditro fino alla frequentazione della giovane marocchina alle cene di Arcore.

La modella balzò alle cronache per aver partecipato alle “cene eleganti” che si tenevano ad Arcore, nella residenza milanese dell’allora premier Silvio Berlusconi. Cene alle quali molti personaggi sello spettacolo pare ne abbiano preso parte. La stessa Belen Rogriguez è citata da Ruby nel corso del processo. La ragazza, allora venticinquenne, è stata infatti una delle Olgettine. Le giovani ospiti delle serate a Villa San Martino furono così battezzate per aver alloggiato nel noto residence in via Olgettina 65. Sono gli anni del “bunga bunga”: e proprio le sue testimonianze hanno svelato i dettagli delle serate hot di Arcore.

Testimonianze che hanno portato a far esplodere nel 2011 il cosiddetto “caso Ruby”. Fadil partecipò ad otto “cene eleganti”. Secondo le testimonianze della ragazza nel corso delle cene avvenivano spogliarelli, palpeggiamenti, travestimenti e generosi pagamenti come corrispettivo per l’intrattenimento. Sono proprio queste le dichiarazioni che faranno della giovane modella una delle testimoni chiave del processo.

Decine le udienze a cui partecipa nel corso del primo filone del processo, poi la costituzione come parte civile nel cosiddetto Ruby bis. Intanto la vita di Imane Fadil subisce inevitabili ripercussioni. E la stessa ragazza a dichiarare di non riuscire a uscire neanche di casa. Durante un’intervista ha infatti affermato: “Mi è stata fatta terra bruciata intorno, la gente pensava fossi una prostituta, ho perso gli amici e quei pochi lavoretti che avevo. Ho vissuto un periodo di forte depressione”.

La storia di Imane Fadil attraverso il processo Ruby ter

Molte notizie per ricostruire la biografia e capire chi era Imane Fadil provangono dalla vincenza giudiziara del filone Ruby ter, che vede l’ex premier Berlusconi accusato di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Il Cavaliere è infatti accusato di aver continuato a pagare somme di denaro alle olgettine e ad altri testimoni affinché modificassero le dichiarazioni da rilasciare ai giudici.

Anche la modella aveva parlato di somme di denaro versate in cambio del suo silenzio e delle sue dichiarazioni. “Ho detto la verità ed ho subito respinto i tentativi di corruzione”. Queste le parole della giovane modella, testimone anche nel filone Ruby ter. I giudici però hanno respinto la sua richiesta di costituirsi parte civile. E proprio in riferimento alle ultime vicende processuali Imane aveva lamentato ostacoli e lungaggini.

Biografia di Imane Fadil: dove è nata quando e dove è morta

Al centro dell’analisi restano gli esiti degli esami tossicologici, richiesti dall’Humanitas a due centri specializzati nell’individuazione di veleni nell’organismo. L’ipotesi, confermata dai primi esiti, è quella dell’avvelenamento. La stessa giovane infatti aveva confidato ai medici il timore di essere stata avvelenata.

Ma chi era chi era Imane Fadil veramente e qual’ è la sua biografia a partire da quanti anni aveva?

Fadil aveva 25 anni quando partecipò per la prima volta ad una delle cene eleganti ad Arcore. Agli inquirenti che le chiedevano perché avesse preso parte alle feste la giovane modella di originaria del Marocco aveva spiegato di essere disperata, di non lavorare abbastanza e di ambire a ricoprire incarichi importanti.

Dal primo processo fino al Ruby ter Fadil ha sempre dichiarato di aver detto la verità. “Per ciò che succedeva ad Arcore noi ragazze che abbiamo deciso di non farci corromper abbiamo pagato più delle altre”. La giovane modella stava inoltre scrivendo un libro per raccontare la sua esperienza ad Arcore. Il materiale ora al vaglio della Procura.

Tutte circostanze queste che insieme ai primi rilevamenti sul corpo della giovane vittima alimentano il mistero sulle cause della morte di Imane. La giovane trentaquattrenne era stata ricoverata lo scorso 29 gennaio nell’ospedale Humanitas di Rozzano.

La morte di Imane Fadil: come è avvenuta e cosa è successo prima

Spossatezza e dolori lancinanti i sintomi lamentati dalla ragazza, che confessa al fratello e al suo avvocato il timore di essere stata avvelenata. Iniziano i primi accertamenti, intanto le condizioni di Imane peggiorano. L’ospedale richiede il parere di due centri specializzati nell’individuazione di veleni nell’organismo. Gli esiti, arrivati il 6 marzo e trasmessi immediatamente alla Procura, parlano della presenza di un “mix di sostanze radioattive”. Intanto però Fadil si spegne il 1 Marzo nell’ospedale di Rozzano.

Intanto il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima. “La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulla sua morte e al momento tutte le ipotesi investigative sono aperte”: queste le parole del procuratore di Milano Francesco Greco.

L’Autorità giudiziaria ha disposto il sequestro di tutta la documentazione clinica e della salma. Secondo il procuratore lombardo Francesco Greco, il cadavere presenta sintomi di decesso per avvelenamento, ma occorrono ulteriori indagini per stabilire con esattezza le cause della morte.

Nel frattempo è stata avviata un’indagine per omicidio, e nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia. Intanto il corpo di Fadil è all’obitorio piazzale Gorini di Milano, dove un cartello della Procura vieta a chiunque di avvicinarsi. Il rischio non è soltanto quello di contaminazione del cadavere. La sospetta radioattività infatti suggerisce di ridurre al minimo i contatti con il corpo della giovane.

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). 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