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Bonus seggiolini anti abbandono in auto 2020: come richiederlo

Daniela Saraco 6 Febbraio 2020
D. S.
29/03/2024

Ecco come funziona bonus seggiolini anti abbandono in auto 2020: chi ne ha diritto, requisiti, come richiederlo, da quando e scadenza.

La Ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli ha finalmente firmato il decreto, vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. Tutte le news su come richiedere  il contributo di 30 euro per l’acquisto dei dispositivi omologati.

Da quando parte? Il Bonus seggiolini : sarà il 2020 l’anno a partire dal quale si può effettuare domanda online per richiedere il contributo per i dispositivi antiabbandono.

Esteso a tutti, come il bonus mamma, con il bonus seggiolini auto 2020 il governo tutela  i bambini fino a quattro anni durante il trasporto in auto. Insieme all’entrata in vigore dell’obbligo di utilizzo dei dispositivi, il Governo ha anche  istituito l’erogazione di un bonus seggiolini antiabbandono.

Capiamo, dunque, chi ha diritto al bonus seggiolini. Come  bisogna richiederlo? Come sarà pagato?  Anche se il testo definitivo non è disponibile, proviamo a tracciare un percorso pratico per chi vuole fare richiesta degli incentivi seggiolino auto.

Il “Regolamento di attuazione dell’articolo 172 del Nuovo codice della strada in materia di dispositivi antiabbandono di bambini di età inferiore a quattro anni”, è in vigore dal 7 novembre. Il Ministro ha dato 120 giorni di tempo  per adeguarsi. Il Decreto  prevede dunque  che i genitori debbano installare obbligatoriamente dal 6 marzo 2020 sensori anti-abbandono sui seggiolini.  E per chi non rispetta questa legge? Le multe, in caso di non ottemperanza all’obbligo di munirsi del dispositivo, scatteranno dal 6 marzo prossimo. C’ è da pagare  dagli  81 ai 326 euro.  C’è, inoltre, la decurtazione di 5 punti dalla patente. In seguito ai troppi eventi di cronaca di minori dimenticati in auto,  è finalmente  legge  l’obbligo di seggiolini anti abbandono per i bambini fino a quattro anni. Scopriamo, subito come richiedere il contributo!

Come richiedere il bonus seggiolini anti abbandono in auto 2020 domanda e moduli

Il contributo deve essere richiesto da uno dei genitori o da chi esercita la responsabilità genitoriale su un minore che non abbia compiuto il quarto anno di età al momento dell’acquisto . ll bonus è erogato anche per chi ha già acquistato un dispositivo conforme  nel corso del 2019. L’importante è avere  una prova d’acquisto. Per ottenere il bonus, i genitori devono sulla piattaforma informatica Sogei accessibile su www.sogei.it o su sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

La richiesta , infatti,  va compilata in via telematica attraverso una piattaforma dedicata . La piattaforma verrà messa online nei prossimi giorni e diventerà operativa a partire dal 20 febbraio. Da questa data, infatti, chi ha già acquistato un seggiolino, e chi dovrà acquistarlo, può registrare il proprio profilo e compilare  la  domanda . Nel decreto attuativo viene specificato che il bonus, pari ad euro  30 , è erogato sotto forma di buono sconto elettronico da poter spendere su un portale convenzionato. E’ così compensata la nuova spesa prevista per le famiglie italiane che nei prossimi mesi devono dotarsi di seggiolini anti abbandono e sostenere un costo  fino a 500 euro. Il contributo non è  subordinato al rispetto di determinati limiti di reddito.

Dispositivi antiabbandono in auto obbligatori dal 6 marzo 2020

L’obbligo dei nuovi seggiolini auto è attivo , in realtà , il 7 novembre 2019, con 120 giorni disponibili per l’adeguamento alla legge. Il bonus seggiolino è una novità introdotta dal Decreto Fiscale 2020.  C’è , dunque, l’obbligo  di acquisto di un dispositivo omologato per il trasporto in auto di bambini fino a 4 anni di età.

Ma quali sono i dispositivi giusti? Non esiste una nota ministeriale con marche e modelli, ma alcune linee guida reperibili sul Decreto stesso, ovvero:

  • Il dispositivo antiabbandono deve segnalare l’abbandono  di un bambino sul  veicolo  con  l’attivazione di uno dei segnali di allarme;
  • il sensore deve dare  un  segnale  di  conferma   al conducente nel momento dell’avvenuta attivazione;
  • i segnali di allarme devono attirare l’attenzione  del  conducente  tempestivamente  attraverso   appositi segnali visivi e acustici, percepibili  all’interno o all’esterno del veicolo;
  • I dispositivi possono essere integrati all’origine nel seggiolino, oppure essere un sistema indipendente dal seggiolino e dal veicolo.

Inoltre è possibile che seggiolini e dispositivi anti-abbandono siano collegati allo smartphone del genitore con una app o tramite Bluetooth per inviare notifiche.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto