>
  • Santaniello
  • Gnudi
  • Mazzone
  • di Geso
  • Andreotti
  • De Luca
  • Napolitani
  • Ferrante
  • Romano
  • Rinaldi
  • Romano
  • Coniglio
  • Tassone
  • Meoli
  • De Leo
  • Paleari
  • Buzzatti
  • de Durante
  • Baietti
  • Miraglia
  • Cocchi
  • Algeri
  • Boschetti
  • Leone
  • Barnaba
  • Quaglia
  • Casciello
  • Ward
  • Bonanni
  • Bruzzone
  • Grassotti
  • Cacciatore
  • Dalia
  • Alemanno
  • Chelini
  • Liguori
  • Falco
  • Valorzi
  • Catizone
  • Gelisio
  • Crepet
  • Rossetto
  • Scorza
  • Carfagna
  • Califano
  • Antonucci
  • Quarta
  • Pasquino
  • Bonetti

Cosa vuoi fare da grande?

18 Giugno 2011
.
18/09/2024

Sommaria analisi del fenomeno "dell'istigazione all'abbandono degli studi", tema costantemente presente nell'ambiente universitario.

Quando arriva il momento, lo si riconosce subito. Ci si chiede se alla fine quell’affannosa fatica, lo stress, la corsa frenetica ne varrà davvero la pena, ma soprattutto se gli studi possano avere, davvero, un futuro ed essere impiegati nel mondo vero, non tra pagine di libri o sedute d’esame.

Quel momento che la maggior parte degli studenti si è trovata ad affrontare. C’è chi si arrende, chi trova una soluzione e chi semplicemente lo ignora; perché quello che fa paura, oggi, non è più l’antica indecisione di aver fatto o no la scelta e il percorso di studi giusto, ma il dubbio imperituro del: “Procedo e insisto o trovo un lavoro?”

A pochi giorni dalle dichiarazioni ingiuriose del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, che durante un convegno sull’innovazione, la ricerca, le tecnologie e le opportunità dei giovani, ha bollato i giovani precari come “la parte peggiore dell’Italia”; le incertezze, le critiche, le preoccupazioni si sono espanse a macchia d’olio. La vergogna, così come la confusione sono insopportabili.

In un Paese in cui l’espressione “meritocrazia” è presente unicamente sotto forma di critiche e arringhe a un governo obsoleto e disinteressato, quale potrebbe essere la soluzione?

Le statistiche parlano chiaro e i risultati sono sorprendenti: le professioni del futuro sono prevalentemente manuali o quelle riguardanti i servizi alla persona.
Questi risultati non fanno che aumentare il divario, già ampio, tra formazione universitaria e lavoro.

La diretta conseguenza di queste previsioni è che la stragrande maggioranza degli studenti decide di abbandonare i sogni o, quantomeno, di metterli da parte per un po’, per logorare mani, braccia e mente per quello che i loro sogni, non hanno mai sfiorato.

Maria Rosaria Corvino

© Riproduzione Riservata
© Riproduzione Riservata