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Gillo Dorfles: premio Svoboda dall’Accademia di Belle Arti di Macerata

Redazione Controcampus 28 Marzo 2012
R. C.
19/03/2024

27 Marzo.

Macerata. L’Accademia di Belle Arti festeggia i suoi 40 anni di attività assegnando a Gillo Dorfles il premio Svoboda – premio istituito in memoria dello scenografo ceco scomparso nel lontano 2002.

102 anni e non sentirli. Questa è la prima sensazione che lascia la figura snella e carismatica di un uomo, Gillo Dorfles, evidentemente anziano ma ancora incredibilmente agile nel fisico e nel pensiero. Il famoso artista e filosofo, ma prima ancora critico d’arte, italiano è stato accolto dalla folta platea in sala con continui scrosci di applausi per quella che doveva essere una lectio magistralise che ha invece tenuto a far diventare un dialogo, come lui stesso ha precisato affermando: “spero di fare con i presenti un dialogo che non sia accademico”.

Per l’inaugurazione del suo 40° anno accademico, e a dieci anni dalla scomparsa del noto scenografo, l’Accademia di Belle Arti di Macerata ha insignito del 15° Premio Svoboda al talento artistico e creativo un uomo d’eccezione, lasciando persino lui stesso di stucco perché a suo dire mai avrebbe pensato che Macerata lo avrebbe voluto come ospite. Ma forse è proprio la recentemente rinnovata direzione dell’Accademia, con la figura del professor Giorgio Marangoni, che ha permesso la presenza di quest’uomo nella scia di un “viaggio felice e rivoltoso”, come il neodirettore dice di intendere il percorso aperto dalla sua designazione alla carica più importante.

Gillo Dorfles non fa sconti a nessuno, anche lui rivoltoso, e le sue parole arrivano taglienti contro chiunque. Immediata è la precisazione sul suo ruolo nell’arte “sono critico d’arte ma non storico dell’arte, perché c’è un abisso tra l’arte contemporanea e quella passata” e in effetti subitanea è l’accusa verso chi dello studio dell’arte antica e dell’ottocento ha fatto il punto focale del suo percorso, come i famosi critici Henri-Louis Bergson e Roberto Longhi che sostiene “non capivano niente degli artisti a loro contemporanei”.

In lui due anime convivono, quella critica e quella artistica, una doppia vocazione che sembra renderlo quasi schizofrenico. Da pittore, nuovamente sostiene che i critici non capiscono niente di arte e “spesso portano alle stelle artisti inesistenti”, perché “la critica è una pratica discutibile.” Da critico non si trattiene nemmeno dall’affermare che le lunghe discussioni sul problema della critica d’arte – Hans Belting potrebbe essere il primo di una lunga lista – non sono che caratterizzate dalla confusione perché creatività e critica sono cose ben diverse e lui lo sa.

Ci tiene, Dorfles, a mettere in mostra questo suo istinto battagliero e controcorrente, infatti non perde l’occasione di citare l’aneddoto della sua vita che più sembra stargli a cuore, come fosse una medaglia al valore, quando, in seguito alla pubblicazione del suo Discorso tecnico delle arti del 1952, lo stesso Benedetto Croce, pur complimentandosi per il suo impegno intellettuale, lo redarguì personalmente sostenendo che tra la tecnica e l’arte non c’è nessun rapporto.

Il critico, il filosofo, l’artista non risparmia nemmeno lo stesso mondo accademico che lo ha appena premiato sottolineando come le Accademie sarebbero migliori se fossero meno accademiche, perché il suo percorso personale – che iniziò a medicina con la specializzazione in psichiatria per arrivare alla sua professione di libero professore di estetica- è tutto fuorché canonico, eppure il suo contributo all’arte e al mondo dell’arte è altrettanto unico. Una cosa tiene in particolar modo a sottolineare: “molti che studiano all’accademia dovrebbero avere prima di tutto una formazione sociologica e antropologica”, perché malgrado la tendenza del secolo scorso all’astrazione non ci si può permettere di “astrarsi dal mondo e dal corpo dell’uomo” che, insieme alla pittura, alla musica e alle tecniche in genere, sono gli elementi primi dell’arte.

Il rischio dell’uomo contemporaneo è però, allo stesso tempo, anche quello di un Intervallo perduto, sua pubblicazione del 1980 che il prof. Antonello Tolve, docente di antropologia presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata e amico di Gillo Dorfles, ha tenuto a ricordare. C’è la necessità di creare una sorta di “cintura di sicurezza” rispetto ai traumi provocati dalla comunicazione contemporanea. Perché, ad oggi, si è di fronte a un continuo “bersagliamento di suoni, di rumori, di immagini” – Horror Pleni. La (in)civiltà del rumore ha pubblicato Dorfles nel 2008 – che possono solo condurre a un “inquinamento immaginifico”, quella sovraesposizione di cui Susan Sontag parlava per quel che concerne la fotografia e che lei per prima accusava portare all’invisibilità dell’immagine stessa. In sostanza, in un mondo come quello di oggi in cui i new media tanto hanno fatto per l’arte, questi vanno in qualche modo rimessi al loro posto, trattenuti dal tracimare.

Gillo Dorfles, al centro, mostra la pergamena della laurea honoris causa

Gillo Dorfles, al centro, mostra la pergamena della laurea honoris causa

Il perché della premiazione di Gillo Dorfles come accademico honoris causa è certamente chiaro ma le parole scelte dal Consiglio Accademico e dal direttore Giorgio Marangoninella presentazione delle motivazioni meritano una riflessione: gli si riconosce “l’idea dell’opera d’arte nella sua valenza generatrice di forze capaci di trasformare gli uomini e le società; di creare un sistema immunitario contro l’overdose di artificiosità della realtà contemporanea; di risvegliare le innate capacità immaginifiche individuali; di ritornare a modelli emotivi naturali e porre le basi educative utili per una corretta – e quanto mai urgente – riflessione sull’esistenza.”

Tutta la rivoltosità propria dell’uomo contemporaneo, quindi, sembra non poter essere altro che il voler tornare ad essere uomo per l’uomo e nel mondo. Prima che artisti, si deve essere Uomini. In questa medesima direzione sta l’intenzione di Giorgio Marangoni di rendere l’Accademia di Belle Arti di Macerata più che un luogo creatore di artisti intesi come “ragionieri della creatività”, un luogo ” dove si spegne la lunga notte della merce per l’aurora in cui spunta la vita.”

La speranza è che le tante aurotità presenti alla celebrazione di questo grande uomo, a partire dal sindaco di Macerata fino alla vicepresidente della Regione, e i rappresentanti delle realtà Accademiche del territorio, i rettori dell’Università degli Studi di Macerata e di Camerino, accolgano questo messaggio di vita. Intanto, è ora che i ragazzi facciano la loro parte: che rivolta sia!

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto