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Quattro anni di carcere allo studente dell’Alma Mater coinvolto negli scontri di Roma

Redazione Controcampus 20 Marzo 2012
R. C.
20/04/2024

Doveva essere una gremitissima manifestazione pacifica: in tutto il mondo gli Indignati sfilavano per protestare contro la crisi finanziaria; il precariato e soprattutto contro una politica ormai pericolosa, troppo lontana dalla realtà, quando a Roma è scoppiata la guerriglia urbana.

Doveva essere una gremitissima manifestazione pacifica: in tutto il mondo gli Indignati sfilavano per protestare contro la crisi finanziaria; il precariato e soprattutto contro una politica ormai pericolosa, troppo lontana dalla realtà, quando a Roma è scoppiata la guerriglia urbana. Giovani studenti si sono scatenati contro le forze dell’ordine, appiccando incendi nella capitale, e così una minoranza facinorosa ha tenuto in ostaggio tutte persone scese in piazza, oltre duecento mila. Intanto dall’estero è arrivata puntuale una domanda: come mai tutto questo è avvenuto proprio e solo in Italia?

Era il 15 ottobre 2011. Sono passati cinque mesi e da allora la vicenda continua a far discutere.

Il bilancio nell’immediato fu di una settantina di vittime tra cui tre gravi e le ferite alla città sono state valutate per 1,6 milioni di danni pubblici a cui sommare quelli dei privati. Al di là della barricata invece sono state contate 10 le bottiglie incendiarie (molotov), rinvenute e sequestrate dalla Digos.

Per undici dei venti ragazzi colti in flagranza, la gip Elvira Tamburelli convalidò l’arresto, concedendo solo a due di loro i domiciliari. Misure cautelari giustificate dalla pericolosità dei soggetti in questione a cui si contesta il reato di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale (ex art. 337 c.p.).

E mentre il Presidente Napolitano parlava di “violenze inamissibili” le associazioni degli studenti ed i precari prendevano le distanze: con una nota i Precari del Comitato 9 aprile dichiararono Niente può offuscare la nostra voce che si sta alzando. Nessuna violenza, nessuno scontro può mettere in discussione le ragioni di una generazione che si vuole riprendere la sua vita, che si ribella in modo radicalmente non violento e che chiede diritti” e l’UDU, insieme alla Rete degli Studenti Medi espresse rammarico ed amarezza per “la mancata volontà di isolare politicamente tali pratiche già nella fase di preparazione e organizzazione della data – dicono gli studenti – perdendo cos l’occasione di lanciare un forte segnale all’esterno che potesse limitare la presenza di chi legittima la violenza. Crediamo che le pratiche di piazza non possano e non debbano essere trattate come un problema di ordine pubblico, ne’ tantomeno essere oggetto di mediazione tra le varie componenti del movimento, ma debbano piuttosto essere il presupposto e le fondamenta per qualsiasi tipo di partecipazione democratica“.

Intanto sono arrivate le sentenze di primo grado, per ora si tratta di sei condanne inflitte ai singoli componenti del gruppo di manifestanti: la gup del Tribunale di Roma, Annamaria Fattori ha accolto le richieste del pm Roberto Felici, e con rito abbraviato anche lo studente pugliese, iscritto al terzo anno di giurisprudenza (con già dieci esami all’attivo) presso l’Alma Mater bolognese, Valerio Pascali, è stato giudicato colpevole e destinato a 4 anni di reclusione.

Il pesante verdetto giunge dopo una serie di tentativi di scagionare il ventiduenne originario di San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi: il primo ragazzo fermato il giorno degli scontri è stato proprio Valerio Pascali, che durante l’interrogatorio di garanzia, tenutosi il secondo giorno dopo l’arresto, negò decisamente di aver preso parte a tafferugli o di aver commesso atti di violenza durante la manifestazione, raccontando agli inquirenti che si trovava in una traversa di via Merulana, stordito dal copioso lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine. Secondo la sua versione, gli agenti lo avrebbero prelevato mentre rimetteva a causa del fumo, motivo per il quale, tra l’altro, avrebbe avuto con sé dei limoni per proteggere gli occhi.

Storia che non convinse la gip Elvira Tamburelli, la quale convalidò la detenzione presso il carcere di Regina Coeli. I legali del ragazzo, Marcello Petrelli e Filippo Morlacchini, si rivolsero subito al Tribunale del Riesame; istanza accolta, agli inizi di novembre, dal collegio giudicante che convertì la misura disponendo gli arresti domiciliari a Lecce, nella casa dei genitori, in attesa del processo.

Anche la stampa si è preoccupata di capire e di ricostruire la biografia di questo giovane uomo che non sarà possibile giudicare esclusivamente attraverso la televisione o in un’aula di tribunale. Come sempre accade in queste vicende, chi si informa non riesce a sapere cosa è successo veramente perché si moltiplicano interpretazioni, contraddizioni, presunzioni che si sovrappongono alle immagini di devastazione di quella giornata.

Così, in bilico tra leggerezza ed inchiesta, curiosità ed antropologia è stata ricomposta la vita di Valerio che, da studente come tanti, è diventato uno dei simboli della disperazione senza freni, senza mediazioni.

Di lui si dice che è attivo nei movimenti studenteschi di sinistra giovanile; sensibile nella difesa dei diritti sociali, in particolare degli immigrati; giornalista per alcuni quotidiani locali; appassionato tifoso calcio; amico solidale e solare, figlio stimato e benvoluto. “Per gli amici di sempre però non cambia nulla: in rete girava già dalla mattina una lettera scritta e diffusa «per fornire un ritratto più completo e veritiero, perché Valerio si è sempre distinto per gentilezza e ardore politico, un fuoco sano non una rabbia cieca e vandalica. Valerio semplicemente è l’anima del gruppo, quello che ci tira sempre su»” (da Il Corriere di Bologna on line, del 20.10.2011)

Alle luci, poi, si accompagnano altrettante ombre: l’accusa di aver acceso un fumogeno durante un corteo da cui fu assolto; la presunta appartenenza alle frange violente della tifoseria leccese; a Bologna la partecipazione con il Collettivo universitario autonomo (la cui sede è vicina al laboratorio Crash) fronda dura del movimento. Ma il padre Maurizio, funzionario Asl, aveva precisato: “Non è un violento e non risulta iscritto a nessun gruppo anarchico. Si è parlato dei suoi precedenti costruendo una figura pericolosa e antisociale, senza raccontare la sua profonda umanità. Odia l’indifferenza di chi non sceglie da che parte stare, odia il fascismo e odia le ingiustizie” (cit. idem).

Dalla sua parte stanno anche molti studenti e studentesse bolognesi che sul muro esterno della facoltà di Lettere in via Zamboni, pochi giorni dopo gli scontri romani, hanno appeso uno striscione «indietro non si torna, Valerio libero, il dissenso non si arresta». Inoltre, in favore di Valerio, diversi gruppi di sinistra alternativa avevano firmato un appello, tra questi l’UDU e il collettivo di solidarietà internazionalista ‘Dino Frisullo’.

Il 14 marzo 2012, Valerio è stato accompagnato da alcuni amici e dai parenti in aula e, mentre veniva pronunciata la condanna, molti appartenenti al movimento ‘no tav’ hanno dato vita, fuori dalla cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, ad un presidio pacifico.

Insomma, due personalità molto diverse quelle attribuite dall’immaginario pubblico alla figura controversa di Valerio Pascali. Impegnato umanista o distruttivo combattente?

Non è un film americano dove la solita, stereotipata dicotomia bene e male si affronta sullo schermo e tutto banalizza, sembra piuttosto una delle obsolete pagine della storia d’Italia, quella fatta di tragedie senza colpevoli, di colpevoli senza risposte; di gioventù interrotte dalla violenza; di lotte senza quartiere piene di paura e prive di ragione; di ripiegamento verso un passato di rimpianti; di svuotamento del futuro; tanta vergogna e nessuna liberazione.

Per Valerio si ricorrerà in appello e forse ci sarà un altro appello per ripensare il vivere politicamente per costruire progetti e farci forza anche nei tempi bui, il punto è: saremo pronti, noi, nuove generazioni, ad affrontare il presente senza uccidere sempre nemici-bersaglio; pronti per iniziare a mettere al mondo libertà prima che il tempo scada a mai più?

© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto