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“I mille. Scatti per una storia d’Italia”, mostra fotografica a Parma

Redazione Controcampus 3 Aprile 2012
R. C.
14/12/2024

“I mille.

Scatti per una storia d’Italia” è un titolo volutamente allusivo: “I mille”, infatti, evoca Garibaldi e la sua impresa, che hanno unito il Sud al Centro e al Nord della penisola. La mostra propone dunque mille immagini, tutte tratte dagli archivi del CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) dell’Università di Parma e tutte riprodotte nelle 400 pagine del catalogo critico.

La mostra è suddivisa in cinque raggruppamenti tematici: Paesaggio, Lavoro, Rituali, Ritratto, Storie. Sarebbe stato facile proporre una storia di battaglie, di protagonisti, di confronti politici e ideologici, e anche questo, naturalmente, c’è in questa mostra, ma si è lavorato attorno a un’altra idea, quella di una vicenda fatta di modifiche del paesaggio e di trasformazioni urbane, modi di vivere che cambiano e rapporti che si trasformano. Dunque si è lavorato per una storia diversa, per una sorta di antropologia della moderna Italia che comincia, cronologicamente, col 1861, anno di cui si presentano le fotografie dei senatori del regno: le immagini di coloro che si riuniscono a Torino, nella prima capitale. Sono carte de visite, o cabinet, certo di quell’anno o di poco precedenti, di molti fra i più importanti atelier fotografici del paese, da Palermo a Milano, da Napoli a Bologna, da Firenze a Torino, e sono fotografi italiani, certo, ma anche francesi, austriaci, inglesi, tedeschi.

L’Italia dei diversi principati, dei ducati e delle legazioni, l’Italia della Lombardia appena ceduta dall’Austria, delle Legazioni e del Regno di Napoli, dei ducati e principati si ritrova diversa anche in fotografia. Altri ritratti sono quelli dei fotografi che negli anni Cinquanta si spingono nel nostro Sud per documentare i tanti volti delle tante differenti Italie; impresa continuata, da altri e con differenti intenzioni, negli anni Settanta, dagli autori che inventano una nuova antropologia del contemporaneo. Ma ritratto è anche quello del negativo, la fotografia di impegno sociale che porta Carla Cerati, Gianni Berengo Gardin e Luciano D’Alessandro all’interno degli Ospedali Psichiatrici per dare visibilità agli esclusi.

Anche il racconto della sezione Paesaggio inizia con la fotografia dell’Ottocento, con una serie importante di immagini degli anni dai ’60-’70 alla fine del secolo, che propongono una nuova dimensione della veduta, quella che di fatto fissa la prima immagine della unità del paese e il valore simbolico dei suoi monumenti sparsi nelle cento città; questa immagine viene realizzata dagli Alinari, Anderson, Brogi e pochi altri studi fotografici e viene proposta in mostra con pezzi significativi che documentano anche il passaggio dei modelli della pittura e della grafica in fotografia. Il percorso prosegue con il nuovo paesaggio, di sapore Bauhaus, degli anni Trenta, diffuso dalle pubblicazioni del Touring Club ad opera di Bruno Stefani, quello tra realismo e astrazione di Nino Migliori, e quello del realismo e dell’impegno sociale di molti protagonisti. Vengono poi altri linguaggi, l’indagine mediata anche dalla poesia sulle figure degli anziani e il dialogo con Burri di Mario Giacomelli.

Una profonda trasformazione nei modi di guardare il paesaggio si ha con Viaggio in Italia, la mostra curata da Luigi Ghirri nel 1984, che coinvolge una decina di fotografi ed è fondamentale per un’intera generazione di autori. Nasce una nuova poetica dello sguardo sul paesaggio che muove dal dialogo con alcuni protagonisti della fotografia statunitense di Walker Evans, Dorothea Lange e, sopra tutto, di Robert Frank e Lee Friedlander. La nuova fotografia scopre una visione diversa, un paese rimodellato dai media, dove si intrecciano “realtà” diverse, quelle delle pubblicità, dei manifesti, del design, delle TV, insomma il sistema della comunicazione. Per scoprire questo nuovo paesaggio, che è una nuova analisi antropologica del territorio, operano Luigi Ghirri e un gruppo di fotografi con lui, fra i quali Olivo Barbieri, Vincenzo Castella, Mimmo Jodice, Mario Cresci, Cuchi White, Giovanni Chiaramonte e altri con loro. Cambia l’immagine del paese, si scoprono spazi e durate che lo sviluppo industriale aveva cancellato: l’abbandono delle campagne, la fine del mondo contadino, l’ossessione delle periferie.

La sezione Lavoro comprende le fotografie ottocentesche del modenese Studio Orlandini e ritroviamo Bruno Stefani e poi lo Studio Villani e anche immagini di Federico Patellani. E ancora le ricerche sul mondo contadino dell’americana Cuchi White e quelle di Mario Giacomelli. Infine negli anni Settanta, gli anni della centralità del lavoro, si fa strada un nuovo modo di raccontare la fabbrica e l’operaio, come documentano le fotografie di Uliano Lucas.

La sezione Rituali propone un viaggio fra i comportamenti della contemporaneità, quelli della politica, nelle immagini Publifoto, della contestazione giovanile, momento creativo di una diversa pratica rituale, fotografata da autori indipendenti impegnati nella costruzione di una diversa rappresentazione degli eventi; sono i fotografi della “scuola romana”: Nicola Sansone e i free lance. La fotografia è importane anche per le scienze etno-antropologiche, come bene documenta la serie Il Gioco della falce, una sequenza che Franco Pinna scatta al seguito di Ernesto De Martino. In mostra sono documentate anche le ricerche antropologiche condotte negli anni Settanta da fotografi molto diversi, da Mimmo Jodice a Marialba Russo, da Mario Cresci a Lello Mazzacane.

L’ultima sezione, dedicata alle Storie, propone le immagini di Luca Comerio della repressione nel 1898 delle rivolte popolari chiuse con gli eccidi del generale Bava Beccaris. Viene la fine del secolo, vengono le trasformazioni del costume, del ritratto, dei modi di vivere, poi la prima guerra mondiale e il fascismo. Le immagini del ventennio sono molte volte quelle degli archivi Publifoto Roma, per intero conservato allo CSAC, e Publifoto Milano, conservato in parte nelle raccolte universitarie; a queste si aggiungono le immagini di decine di altri archivi di Roma o Milano o Bologna o Modena o Parma utilizzate per disegnare altre vicende, quelle della dittatura e della sua fine, e ancora il dopoguerra con la rivoluzione del linguaggio fotografico, la diffusione del realismo anche in fotografia e l’inizio di una consapevolezza civile che porta molti fotografi a prendere coscienza di una società in profonda trasformazione.

La mostra è quindi divisa, per ragioni narrative, in cinque sezioni, che al loro interno presentano le fotografie in ordine tendenzialmente cronologico. Sono cinque grandi capitoli che illustrano le nuove idee, i nuovi modi di comporre, costruire, simboleggiare attraverso l’immagine: Paesaggio, Lavoro, Rituali, Ritratto, Storie. Paesaggio e Ritratto muovono dalla tradizione dell’arte e dal dialogo iniziale fra pittura e fotografia, gli altri propongono i nuovi modelli del racconto di un paese che cambia.

LUOGO: Parma, Palazzo del Governatore, piazza Garibaldi

DATE: dal 14 aprile al 10 giugno 2012

ORARI: dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18,30) – chiuso lunedì e 1° maggio

APERTURE STRAORDINARIE: 5-6-7 maggio e 2 giugno, dalle 10 alle 23 (ultimo ingresso alle 22,30)

 

INGRESSO LIBERO

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto