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Al lavoro! Il primo maggio non è ancora finito

Redazione Controcampus 5 Maggio 2012
R. C.
11/11/2024

May Day è il nome della parata che il primo maggio ha percorso le strade di Milano per dare corpo, voce e valore al lavoro che stiamo vivendo, che abbiamo o che non abbiamo, ma che pretendiamo ripensare.

Tutte le città italiane si sono mobilitate, ognuna con le sue invenzioni politiche, tutte per significare che “Precari. Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.

Anche a Bologna non è mancata la vivacità della presenza politica che dà rappresentazione della realtà oltre ogni rappresentanza e ogni falsa coscienza ideologica. Un esempio importante è lo spettacolo portato in scena dal gruppo di giovani donne che ha deciso di ribattezzarsi Rosa Rosae.

Ne spiegano il motivo: come tutti sanno, è l’inizio della prima declinazione latina. Non c’è nulla di accademico in questo nome. La prima declinazione è la più semplice, quella che tutti ricordano, anche chi il latino non l’ha mai studiato. “Declinazione” è una bella parola: non è altro che la flessione di un sostantivo in questo caso del nome di un fiore, in modo da adattarla alle varie funzioni che la parola stessa può assumere all’interno di una frase. A lottare con le altre Rose. Perché Rosa è anche il nome di una persona a noi cara: Rosa Luxemburg. Noi che ci siamo riunite per prima cosa grazie all’urgenza di parlare di lavoro non potevamo non pensare a lei. Ma c’è un’altra Rosa dietro il nostro nome: Rosa Louise Parks, che semplicemente rifiutandosi di cedere il posto sull’autobus a un bianco ha cominciato a cambiare la storia. Vorremmo fare come lei: lavorare per mettere in discussione un sistema che alcuni considerano senza alternative. E non parliamo solo di donne: partiamo “da noi” per arrivare al mondo.

E sei anche fortunata.. (video) è un’opera di resistenza artistica, già presentata in occasione del convegno di marzo Se Non Ora Quando – Vite, Lavoro, non lavoro delle donne e che, ora, sta girando la città e dintorni. Le protagoniste di Rosa Rosae sono la generazione che spazia dai 25 ai 35 anni, “alcune di noi sono artiste, altre filosofe, altre ancora lavorano nella comunicazione, nella ricerca, nel sociale, nella cultura… tutte siamo precarie.  RosaRosae è nata ufficialmente il 21 luglio 2011, data della nostra prima riunione. Il percorso che ci ha portate lì è stato a ‘tappe’”.

Forte, toccante, soprattutto efficace è il racconto che queste ragazze, alcune attrici professioniste, altre in erba, hanno deciso di consegnare al pubblico: una pièce teatrale scritta a partire dalle storie quotidiane di ciascuna prima e dopo, o a prescindere, dalla carriera accademica: cosa succede durante un colloquio? Cosa, nelle nostre case affidate a governanti, quasi sempre donne, ormai quasi sempre migranti? Cosa, in famiglia, quando vengono sospinte le aspirazioni sui nostri destini, in un mondo che sembra crollare, che è in trasformazione, che dovremo sorreggere? Cosa, nelle relazioni interpersonali quando la flessibilità diventa una colpa, la stabilità un ricatto ed un tabù, e, finiti gli studi, si cade in un vuoto di senso o in fatiche senza “guadagno”? Cosa nelle imprese che cercano fattori produttivi per stage non pagati? Cosa nel volontariato che diventa ammortizzatore sociale e pratica di autosfruttamento quando gioca sulle aspirazioni frustrate e sulla cultura del lavoro gratuito che esubera dai limiti del dono?

Succedono tante cose, cose comuni e che devono uscire dalle porte, dal silenzio, dal privato e contarsi nel pubblico, fare rete, farsi forza per riformulare le domande di vita, all’altezza di desideri e di speranze, assumibili su di sé per spostarsi in avanti, pronti e pronte ad accettare e sfidare il rischio di reinventare qualcos’altro rispetto al sistema in frantumi, anche affrontando le contraddizioni e le ambiguità: “questa volta è importante poter decidere in che modo guardare parlare al mondo partire da una domanda sentita non da esigenze dettate dal mercato perché il mercato pretende, non domanda”.

Desideriamo tutto o, per meglio dire, vogliamo essere nelle condizioni di poter scegliere tutto quello che desideriamo. Vogliamo riflettere su tutto questo e riempirlo di nuovi significati. scandagliando il nostro immaginario, i nostri desideri, le nostre contraddizioni”.

Così, ascoltando quelle giovani donne esposte con il loro esserci, a fronte alta, fiere delle loro competenze, presenti alla rivelazione del loro destino vengono in mente tante cose che sono già nel mondo, ma che improvvisamente assumono maggiore forza, maggiore visibilità, maggiore concretezza: viene in mente il talento dell’asturiana Angeles Caso ed i suoi romanzi, storie vere, di cui protagoniste sono donne incontrate nella quotidianità, migranti, assunte come baby-sitters o badanti, donne in bilico tra due mondi che tengono incollati; viene evocata la frontiera scivolosa su cui avanzano giornaliste e studiose, come Marina Terragni che immagina un cambiamento politico radicale in cui, solidalmente, si faccia rete, parafrasando un capitolo del suo ultimo libro “Un gioco da ragazze”: non si tratta di tenersi fuori da tutto. Si tratta di essere dappartetutto in altro modo. Quello che al momento possiamo fare è stare nei luoghi della scuola, del lavoro, della politica istituzionale in modo intermittente, anfibio, ironico. In una postura di confine, in andirivieni continuo tra lì e la vita, tra la politica seconda e la politica prima. Quello che non possiamo più permetterci è starne del tutto fuori. Ci vuole coraggio, creatività e fiducia. Fare ordine. Fare gioco.

Complici di questa impresa collettiva sono il web e l’arte. Le interconnessioni del web perché contiengono spunti nuovi, dissidenti, scoperte da condividere, come il LIBRA.Voglio essere libera: Libra in spagnolo significa Bilancia ed è un gioco di parole che fotografa donne, lavoro e maternità, si tratta del cortometraggio della regista spagnola Carlota Coronado, girato nel 2006 con protagonisti Helena Castaneda e Josè Angel Egido. Come anche il docufilm A casa non si torna. Storie di donne che svolgono lavori maschili di Lara Rongoni e Giangiacomo De Stefano (la produzione è della società imolese Sonne Film). L’anteprima è stata a Bologna ad inizio aprile, alla presenza di Susanna Camusso e delle istituzioni cittadine. Nel film le storie e le testimonianze delle lavoratrici si accompagnano ad una conversazione con Franca Rame che ha precisato “I lavori ‘faticosi’, oggi, come nel passato sono considerati lavori preclusi alle donne… Ma cosa mi raccontate? Le donne li hanno sempre svolti, ma senza che nessuno li riconoscesse”. Come si legge su Il Fatto Quotidiano (del 5 maggio 2012), i due produttori hanno commentato “La capocantiere, la camionista, l’elettricista e tanti altri ritratti di donne sul posto di lavoro testimoniano le difficoltà, ma anche l’orgoglio della propria condizione. Nulla è trasformato in esibizionismo e neanche in autocommiserazione, ma è un racconto che consente di capire come queste donne affrontino la vita”.

Poi c’è l’arte perché è simbolicamente potente, come ha saputo dire l’artista bolognese Donatella Franchila capacità artistica di una singola persona è come una miccia che accende la creatività degli altri, allo stesso modo la pratica politica per essere efficace deve essere pratica creativa, capace di agire nella realtà quotidiana delle persone senza aspettare la presa del potere. Si parte dal proprio desiderio, ci si rischia con amore ed intelligenza”.

Viene, dunque da chiedersi: e se la crisi fosse anche un’occasione? Occasione di negoziare un nuovo ordine?

Sulla precarietà femminile, anche all’università, avevamo già dedicato una riflessione in occasione della pubblicazione dell’inchiesta de Il Fatto Quotidiano dalla quale risulta che la maggioranza delle laureate sono donne che poi non vengono assunte, disfunzione sia per coloro che decidono di seguire la strade della ricerca all’Alma Mater, sia per chi ha altre aspirazioni. Qualcosa non funziona, e va aggiustato il meccanismo continuando a partecipare, dibattere ed inventare.

Il prossimo appuntamento bolognese si terrà venerdì 11 maggio, dalle 18 alle 20, alla Casa della Fotografia (Piazza Spadolini, Via San Donato 68, Quartiere San Donato): si discuterà di “Donne nelle fabbriche ieri e oggi” con Eloisa Betti, assegnista di ricerca dell’UniBo e con Maddalena Vianello, assegnista di ricerca dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Alla fine della conversazione, seguirà la proiezione di “LICENZIATA!” a cura e con le lavoratrici OMSA.  Al riguardo, è interessante il contributo realizzato dal Collettivo bolognese Mujeres Libres: le giovani studentesse hanno intervistato gli autori del documentario, la regista Lisa Tormena e lo sceneggiatore Michelangelo Pasini (intervista).

Insomma, vite che avanzano tra immobilismo e rincorsa a perdifiato: a volte fermarsi significa imbroccare la strada giusta. Fermarsi per vivere politicamente, senza deleghe, senza fare un passo indietro, lasciandosi attraversare da una risposta imprevista ed in questo modo trasformarsi.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto