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Vita da Videomaker: intervista a Giustino Pennino: intervista

Redazione Controcampus 23 Novembre 2012
R. C.
25/04/2024

Una vita da videomaker quella di Giustino Pennino: nuovi occhi attraverso i quali osservare il mondo, la penna, strumento per ridisegnarlo.

 

Una visione: costantemente sospesa tra sogno e pellicola. 

Molti si definiscono videomaker ma in pochi rispettano davvero i principi artistici che la loro professione richiede. Ma in cosa effettivamente consiste questa professione? Viene normalmente considerato un videomaker chi cura personalmente le riprese e il montaggio dei suoi lavori, realizzati sia attraverso strumenti legati all’analogico che al digitale, che in seguito vengono distribuiti attraverso canali tv, web, oppure festival e concorsi di cinema, cortometraggi, spot etc.Il mercato è purtroppo saturo di presunti professionisti o di mercenari non sempre attenti al valore artistico del proprio lavoro. Soprattutto perché non tutti sono disposti a sacrificarsi e a non tradire i propri ideali pur di “esercitare il mestiere”. Lì dove l’arte incontra il lavoro spesso i confini si sporcano, si mescolano e cancellano le prospettive di un’opera rendendola semplicemente un esercizio tecnico costruito su misura del compratore.

C’è però chi riesce a trovare il proprio spazio di autonomia artistico, chi non tradisce il suo punto di vista pur sapendo incontrare i gusti di chi richiede il suo lavoro. È il caso del Dott. Giustino Pennino, laureato, esperto di audiovisivi e in particolare di Cinema, una strada segnata da esperienze svariate e multiformi che lo hanno portato sulle strade dell’horror, sui passi di Ligabue e persino a scrivere un romanzo (Urlate in Silenzio!)… con la speranza di arrivare presto a un lungometraggio, il suo lungometraggio.

Vita da Videomaker: intervista a Giustino Pennino: intervista

Caro Giustino, come mai hai intrapreso questa strada? Cosa ti ha spinto ad essere un videomaker?

Nella maniera più ingenua e infantile possibile se vogliamo. Da bambino volevo essere un uomo di scienza, pian piano il fascino della divulgazione è stato sostituito da quello della narrazione, benché di base sia rimasto una persona curiosa. Col tempo ho incanalato questa fascinazione in un hobby e poi ho cercato di trasformarla in una professione, con le immagini a guidare questa voglia di comunicare. Ça va sans dire, da bambino dicevo un sacco di cavolate in meno.

Come hai deciso di strutturare la tua preparazione in questo campo?

Ho studiato al DAMS di Bologna prima e poi ho conseguito la Laurea Magistrale a Roma, precisamente in Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi. Nella capitale ho anche cementificato la preparazione pratica frequentando la Libera Università del Cinema diretta da Sofia Scandurra. 

Pensi che l’esperienza universitaria ti abbia aiutato?

Assolutamente sì ma parliamoci chiaro: mi iscrissi con l’idea di acquisire una serie di nozioni teoriche utili da sviluppare nella pratica cinematografica o degli audiovisivi, e in effetti così è stato. Se avessi frequentato solo per “il titolo”, francamente, penso che neanche avrei finito in primis; il resto non lo posso sapere.  

Quali sono le difficoltà nel lavoro in questo settore?Come sempre ci sono le difficoltà di ordine pratico (organizzazione, responsabilità personali e di gruppo durante le collaborazioni, gli aspetti, ehm, economici in determinati casi…), se scendiamo nello specifico dipende poi l’ambito, se parliamo di cinema, tv, videomaking indipendente, per esempio la produzione di una web-serie, e lì diciamo che difficoltà è anche sinonimo di possibilità; per la mia esperienza almeno la costrizione è sempre stato lo stimolo estremo per la creatività – ma senza illusioni: certe cose se non le puoi fare e lo sai dall’inizio, meglio non perdere tempo.  

Credi che lo stato, il contesto sociale e le istituzioni aiutino chi come te si cimenta con la cultura?

In una panoramica generale, in questo momento, la domanda sembrerebbe retorica… Tuttavia forse qualche buon samaritano di passaggio c’è ancora. Bisogna assolutamente fare di più, non lasciamolo solo e non lasciamoci soli. 

Come mai hai optato per un percorso da freelance? 

I motivi sono tanti, inutile negare che, come dicevo prima, trasformare un hobby in professione richiede degli step necessari. In realtà però vorrei considerarmi non tanto come un singolo lavoratore che coltiva il suo orticello e basta ma un possibile collaboratore pronto ad affrontare e dialogare per diversi progetti. L’identità si costruisce con il confronto, a mio modesto parere.  

Qual è il lavoro che ti ha dato maggiori soddisfazioni?Sia in lavori su commissione che in lavori personali ho potuto collaborare naturalmente con ogni tipo di persona, committenti seri, bravissimi attori, artisti e tecnici, alcuni diventati anche amici. Preferisco che siano loro e, se esiste, il pubblico naturalmente a giudicarmi e giudicare il mio lavoro. Di me stesso diciamo che sono sempre “insoddisfatto”, si deve fare sempre di più e sempre meglio.  

So che sei anche uno scrittore. Puoi dirci qualcosa su questa esperienza?

Innanzi tutto è una scrittura che nasce dal cinema e dalla scrittura per audiovisivi, in questo senso scrittore, altrimenti direi “uno che ha scritto un libro”! La nostra docente di sceneggiatura alla LUC, Cecilia Calvi, scelse Tiziano Bomprezzi e me per scrivere il soggetto di una serie televisiva orientata verso i giovani. Ci accorgemmo ben presto che, almeno al momento, non volevamo nessun tipo di limite alla nostra fantasia per cui è nato “Urlate in Silenzio!”, questo strano romanzo a sei mani che Davide Zedda ha deciso di pubblicare per La Riflessione. Presto ne uscirà anche la versione ebook. Ma la struttura polifonica della narrazione e quella “a più mani” della scrittura vengono pari pari dall’esperienza della sceneggiatura.

In attesa di seguirti sul tuo portale, LoVenomous.com, cosa hai in serbo per il futuro?

Sarei bugiardo se ti dicessi che non sto progettando dei lunghi. Ma sarei altrettanto bugiardo se ti dicessi che la strada è già spianata. Per cui la tua domanda è giusta in effetti e la prendo un po’ alla larga se me lo concedi: rafforzo il mio marchio sperando di innescare collaborazioni fruttuose!

Cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

Qui invece me la prendo comoda! Beh, i tempi sono un po’ cambiati da quando ho cominciato io. Prima di tutto non do consigli ma parlo della mia esperienza. Molte  persone tenderanno a scoraggiare chi vuol fare questo lavoro, altri invece gonfieranno l’ego e sarà forse un danno anche peggiore per il soggetto in questione. Alcuni diranno di fare tutto ciò che capita, col rischio di disperdere tempo ed energie, altri diranno di mirare ad un obiettivo, la cosa più saggia forse, che però può diventare un’ossessione, pensando magari di raggiungere la luce e invece bruciando solo più in fretta la cera della candela. Non c’è una ricetta, forse solo ascoltare, e tanto, ma quello penso lo si debba fare in ogni campo. Penso quindi che in realtà sia un percorso estremamente personale – ma, ancora una volta, non individuale! –, con molti fattori condizionanti, esterni ed interni, e non se ne viene a capo se non provi un po’ a conoscere te stesso innanzi tutto. E a questo punto mi viene da concludere citando Leo Buscaglia: “Molti di noi cercano se stessi qui, alla luce. Non troverete quello che cercate. Dovete mettervi carponi dentro, dove qualche volta c’è un buio spaventoso, e scoprire cose meravigliose su voi stessi.”  

La strada del videomaker è dunque impervia, perigliosa, costellata di difficoltà. Al contempo, essa può essere estremamente ricca, squantomeno di esperienze di vita. L’affermazione personale è sicuramente complicata e legata a fattori che non sempre si possono controllare con facilità… bisogna imparare a sopperire a problemi di ogni tipo, tenendo sempre a mente che l’imprevisto è dietro l’angolo. Ne deriva che il rischio di vendersi e svendersi a un compratore, indipendentemente da cosa esso richieda e dai suoi standard, è enormemente elevato per chi si adopera in questo settore generalmente privo di qualsiasi sicurezza. Ciò nonostante è ancora possibile trovare chi si impegna a difendere i propri principi artistici e culturali con serietà e metodo, chi coltiva una propria visione del mondo giorno per giorno, attraverso un lavoro costante e quotidiano. L’arte, seppure sotto le macerie, riesce ancora a sopravvivere.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. 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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto