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Didattica a distanza per la scuola chiusa per Coronavirus

Daniela Saraco 11 Marzo 2020
D. S.
15/05/2024

Cos'è e come funziona la didattica a distanza per la scuola chiusa per Coronavirus: da google classroom alle app per fare lezioni online.

Dopo l’emergenza Covid-19 , la scuola non si ferma e ricorrere alle lezioni online a distanza tramite piattaforme, app per Smartphone e Tablet, ovvero con Skype o Whatsapp.

Ma cosa ne pensano gli studenti delle nuove modalità di scuola a distanza? Le parole di un alunno del quinto anno, Alfredo Dattilo.

In un momento in cui l’emergenza sanitaria sta facendo sentire i suoi effetti sulla salute, l’economia e la vita degli italiani, la scuola non si ferma. Il Miur si è da subito  mobilitato per garantire il diritto all’istruzione a tutti gli studenti italiani. Tutti gli istituti scolastici hanno attivato le lezioni a distanza con il supporto online. Sono questi, infatti, i provvedimenti varati fino ad ora dal Ministero.

Dopo una prima sospensione, il Ministero dell’Istruzione ha deciso di chiudere le scuole fino al tre Aprile. Ha continuato però a garantire lo stesso lo svolgimento delle attività. Per questo motivo, grazie alle tecnologie di ultima generazione, diversi Istituti scolastici si sono  organizzati con lezioni a distanza e strumenti di e-learning. Ma come funziona la didattica a distanza? C’è bisogno del computer?

I dirigenti scolastici, secondo quanto previsto dal Dpcm del 4 marzo 2020 , attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza. Insegnanti e alunni, quindi, si collegano on line grazie a specifiche piattaforme. I docenti caricano i compiti sotto forma di file e gli alunni provvedono a scaricare il materiale didattico .

Per la scuola online a distanza esistono, inoltre, dei portali  che riducono le distanze tra chi insegna e chi apprende. Tra video – lezioni e interrogazioni su Skype, dunque, la scuola italiana non si ferma e cerca di rispondere all’emergenza Coronavirus attivandosi con le nuove tecnologie. Ma è difficile la didattica a distanza? E soprattutto in cosa consiste?

Come funziona la didattica a distanza per la scuola chiusa per Coronavirus: lezioni online

Il Governo italiano ha deciso di affrontare con fermezza l’emergenza coronavirus: scuole chiuse, eventi annullati, attività commerciali con orari ridotti. Per limitare, inoltre, i danni di una diffusione incontrollata, il Miur sospende le attività didattiche ma permette agli studenti di studiare a distanza. La didattica da lontano va attivata dai dirigenti scolastici, sentito il collegio dei docenti. Esistono varie piattaforme o modalità, tra cui quelle consigliate dal Ministero dell’Istruzione.

Con l’avvio delle classi virtuali e delle lezioni online, i docenti attivano il gruppo classe e gli studenti si iscrivono. Gli insegnanti sono tenuti a fare lezioni a distanza e le eventuali assenze devono essere giustificate. C’è chi fa un vero e proprio calendario delle lezioni e attiva la classe virtuale. Spiega l’argomento e assegna compiti in base allo stesso. L’idea più comune, infatti, è di trasformare la lezione in un compito a casa: il docente prepara video, esercizi e le pagine di testo da studiare e i ragazzi seguono da casa con le risorse digitali messe loro a disposizione. Non servono computer o dispositivi particolari per poter studiare, è sufficiente avere un qualsiasi smartphone e una buona connessione ad Internet. Di certo la scuola online non da spazio all’emotività, al contatto e al confronto visivo a cui gli studenti italiani sono abituati.

Cosa devono fare i docenti e gli studenti per fare lezioni on line

Le scuole attivano le lezioni on line e gli studenti si incontrano nelle classi virtuali che garantiscono il collegamento da casa tra professori e studenti. Chiediamo ad un alunno di quinta liceale come si stanno svolgendo le attività . Alfredo ci dice: “I miei docenti stanno rispettando l’orario scolastico delle loro lezioni. Quindi, la giornata inizia alle 8:10 circa. Accendo il computer, mi collego alla piattaforma Microsoft Teams, e compaiono gli studenti attivi e il docente. Il professore svolge regolarmente la lezione spiegando l’argomento trattato.”

Gli chiediamo oggi cosa ha studiato. Alfredo risponde:” Oggi ho fatto lezione di matematica con appello alle ore 8:10. La prof. ci ha assegnato gli esercizi e poi li abbiamo corretti con l’invio degli elaborati alla piattaforma. Dopo abbiamo fatto un’ora di inglese spiegando la rivoluzione moderna.” Avete parlato in inglese? Ci risponde:” Ovviamente!” Infine gli domandiamo cosa ne pensa della didattica a distanza. Lui risponde così:” Mi piace la possibilità di studiare perché diversamente era a rischio l’anno ed io mi devo diplomare. Però mi mancano i miei amici, la mia normalità e anche la possibilità di guardare un prof. negli occhi e fargli capire che non è giornata per interrogare!”

Materiali per la didattica a distanza indicati dal Miur per lezioni online

Tutti ormai sappiamo quanto Internet ha rivoluzionato il modo in cui sono diffuse le conoscenze nel mondo. Un settore che, più di altri, ha vissuto e conosciuto nuove opportunità grazie a questa rivoluzione è quello dell’apprendimento. Difatti, con l’emergenza coronavirus la scuola ha attivato la didattica a distanza. Esistono  tantissime piattaforme online che  permettono di studiare e apprendere qualcosa di nuovo semplicemente con una connessione internet, seduti comodamente a casa. Tra quelle consigliate dal Miur nella pagina dedicata, elenchiamo :

  • Skype o WeSchool: il collegamneto è online e la  lezione è in videochiamata
  • Google Suite for Education: è la Suite di Google specifica per la didattica a distanza e del tutto gratuita.
  • Office 365 Educazion A1: versione gratuita con strumenti per la scuola online, le videoconferenze, la creazione di classi virtuali e archivi di lezioni.
  • RAISCUOLA:  È una piattaforma che raccoglie  video, cartoni, programmi educativi. Per accedere è consigliata una semplice iscrizione cliccando sul menù di lezioni .

Esistono, poi,molti link utili per il materiale multimediale, non esiste, dunque,  un unico modo di fare lezione a distanza, ma ci sono diversi canali per rendere interessanti  le ore trascorse in collegamento da casa per seguire l’attività scolastica.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto