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Come diventare educatore nelle scuole: cosa fare, corsi e formazione

Daniela Saraco 28 Settembre 2020
D. S.
13/05/2024

Come diventare educatore: cosa fa un educatore nelle scuole, requisiti, titoli di studio  quanto guadagna e mansioni di un educatore in Italia.

Il ruolo di educatore professionale sta acquistando un peso sempre maggiore nella nostra società grazie anche ai moltissimi campi di applicazione di questa professione. Prima di scoprire nel dettaglio le mansioni di questa figura, facciamo chiarezza sulla legislazione italiana che ne ha modificato il ruolo. Ad oggi , infatti, risulta un professionista che può lavorare in ambito educativo, pedagogico e formativo grazie alla  Legge n.205 del 27 Dicembre 2017. E’ possibile lavorare  sia in enti pubblici che privati, oltre che in cooperative sociali, associazioni o come libero professionista.

Il loro lavoro si svolge nei servizi e nei presidi socio-educativi e socio-assistenziali. Si occupa di persone di ogni età, prioritariamente nelle scuole e nelle strutture socio-assistenziali.

Il primo passo per diventare educatore socio-pedagogico è quello di iscriversi ad un corso di Laurea Triennale in Scienze dell’educazione. Questo corso di Laurea è molto specifico e permette l’acquisizione di una serie di competenze. Infatti imparerai ad analizzare i bisogni educativi e formativi dei singoli ragazzi e bambini.

Progetterai percorsi educativi. Questo  per migliorare le condizioni dei soggetti in età evolutiva: dall’asilo nido, fino alle elementari e medie. Individuerai  le problematiche educative e le situazioni di disagio relative a ciascuna età. Acquisirai quindi importanti competenze nell’ambito della pedagogia, della psicologia e della sociologia utili al tuo futuro percorso professionale. A differenza del percorso per diventare insegnate di sostegno, l’educatore professionale coopera solitamente con  il pedagogista.

Come diventare educatore nelle scuole con la laurea o solo diploma: formazione e carriera

Per sapere come diventare educatore professionale essenziale specificare i requisiti. Per quanto riguarda il titolo di studio, è necessaria la Laurea in scienze dell’educazione e della formazione. Ma come diventare educatore nelle scuole? Anzitutto bisogna scegliere l’indirizzo specifico al momento dell’iscrizione al corso di Laurea.

La legge ha modificato non solo il ruolo e le competenze di questa figura, ma anche il valore professionale. Prima, difatti, bastava possedere il diploma. I diplomati che lavorano già non perdono il proprio impiego. Bisogna però seguire alcune gradualità legate all’anzianità di servizio e ai titoli. Esistono, infatti, due opzioni:

  •  20 anni di lavoro con contratto a tempo indeterminato, oppure chi ha 50 anni di età e almeno 10 di lavoro consegue automaticamente la qualifica, ritenendo che l’esperienza maturata sia sufficiente garanzia di professionalità;
  • chi non ha né l’anzianità di servizio, né la laurea, può acquisire la qualifica attraverso 60 CFU erogati soltanto dalle università.

Dunque cosa fare e come diventare educatore nelle scuole? A risponderci è Francesca Carrucola, educatore.

“L’educatore opera all’interno di contesti di marginalità, devianza, handicap. Ma anche in situazioni meno problematiche come le strutture dell’infanzia. Ho cominciato a lavorare come educatrice di comunità 8 anni fa e in questi anni ho avuto la possibilità di lavorare in diverse strutture d’accoglienza e con varie tipologie di utenti. “

Francesca prosegue: “Grazie all’esperienza fatta in tutti questi anni, posso dire che fare questo lavoro vuol dire entrare in punta di piedi nella storia e nella vita di una persona con la consapevolezza che per un certo periodo si camminerà insieme. L’obiettivo è di mettere in atto un cambiamento nella persona e nel suo stile di vita. Per questo persone formate e preparate sono indispensabili. Oggi, infatti, la laurea è obbligatoria.”

Che lavoro fa un educatore scolastico e quanto guadagna

L’educatore si occupa prevalentemente di progettare interventi per la prevenzione e risoluzione del disagio. Questo avviene tramite la mediazione familiare e il sostegno psicosociale. Nell’ambito dell’istituzione scolastica, collabora con gli insegnanti, e organizzare attività psico-pedagogiche. Inoltre fa osservazioni nell’ambito educativo. Cura i rapporti con le diverse istituzioni e collaborare con le reti di servizi territoriale.

Francesca racconta: “Ho cominciato a lavorare come educatrice di comunità 8 anni fa e in questi anni ho avuto la possibilità di lavorare in diverse strutture d’accoglienza e con varie tipologie di utenti.  Ho iniziato con gli adolescenti. Ho lavorato poi in una comunità dove si accoglievano bambini, dopodiché per alcuni anni sono stata in un altra comunità di immigrati. Ora mi trovo in una struttura per donne con bambini vittime di violenza e madri in difficoltà.”

L’educatrice conclude: “Attualmente  ho un contratto Uneba per servizi socio assistenziali.”

La retribuzione media di un educatore non è altissima. Difatti, in media guadagna dai 1200 euro ai 1500 euro mensili. Cifre non proprio adeguate alla grandissima responsabilità e all’importante formazione acquisita da chi vuole svolgere questa professione.

Corsi per diventare educatore nelle scuole e formazione

Come diventare educatore nelle scuole? Esistono tantissimi corsi di formazione per la qualifica di Educatore per l’Infanzia Corso E.P.I. – (ex O.P.I.). Sono corsi destinati principalmente a chi non possiede la laurea per ampliare le proprie competenze. Questo perchè tale figura professionale deve entrare in stretto contatto con il bambino e con il suo mondo, imparando a percepire i suoi segnali, a fornirgli supporto, aiutandolo a crescere nelle giuste modalità e nei più giusti valori. Questo professionista deve essere specializzato e necessita, dunque, di una formazione ben specifica. 

Non si tratta, infatti, di una semplice forma di baby-sitting ma di un’attività ben precisa e mirata, studiata in base alle necessità più attuali dei bambini. In conformità a quanto previsto dalla Legge 205/2017, i Corsi hanno la finalità di qualificare la figura  professionale. L’obiettivo è di formare  professionisti  in grado di operare nei diversi contesti dell’istruzione, della formazione e dell’educazione.

Come diventare educatore nelle scuole? Questo professionista deve “Sapere, Saper Essere e Saper fare”. Di conseguenza più i professionisti sono formati,  più  è facile entrare  nella vita delle persone. Questa figura, inoltre, deve possedere doti e competenze specifiche. Deve ascoltare e interagire in modo positivo. Deve avere buone capacità di analisi e deve essere profondamente empatico.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto