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Chi era Afrodite: storia vera, significato della Dea bellezza

Redazione Controcampus 25 Novembre 2020
R. C.
15/12/2024

La dea dell'amore e della bellezza, chi era Afrodite, qual è il significato del suo nome greco e romano, immagini e simbolo e perchè spesso è anche un tatuaggio.

Raffigurata da sempre nell’arte come l’incarnazione della vera bellezza. Dal corpo morbido e sinuoso, con lunghi boccoli del color dell’oro che si posano sulle spalle e scendono fino in vita.

Venere è il suo nome romano, dea dell’amore, della bellezza, della generazione e della primavera. Una delle dee più importanti e venerate nel pantheon greco, a lei furono dedicati moltissimi templi, culti e celebrazioni religiose.

I Romani le dedicarono la stella del mattino detta ”Lux Fero”, cioè “portatore di luce”, che il cattolicesimo ha demonizzato successivamente in Lucifero.

In tempi più antichi era venerata  dai Fenici e dai Sumeri rispettivamente con i  nomi di Ishtar e Inanna.

Secondo Omero era la figlia di Zeus e della ninfa Dione. Secondo il poeta Esiodo, invece, era nata antecedentemente al regno di Zeus, dalla spuma del mare, frutto del seme dei genitali di Urano gettati in mare da Kronos.

La dea aveva anche l’appellativo di ”Urania” ossia la pre-cosmica figlia di Urano e di ”Pandemos” come divinità civica inserita nel cosmo.

I suoi simboli si raffigurano nella colomba, nel cigno e nel passero. Tra le piante, invece, è rappresentata dalla rosa, dal mirto e dalla palma.

Simbolo ieri e oggi, ritroviamo spesso la sua immagine in opere d’arte e non solo, in manifesti pubblicitari e spesso sono in tanti a tatuarsela per via della sua bellezza e significato.

Ma a parlarci di questa  divinità su una conchiglia, non è un’immagine pubblicitaria o un tatuaggio, Afrodite chi era, dea greca e romana dell’amore, lo raccontano miti e leggende del passato.

Chi era Afrodite: storia, riassunto, significato e perché Dea della bellezza e amore sulla conchiglia

Diversi miti potranno raccontarci il significato del nome Afrodite, chi era la dea dell’amore e della bellezza, rappresentata su una conchiglia. Ma solo pochi di questi potranno davvero dirci di più su chi era, la sua storia e origini, perché è nata nel mare.

In greco antico: Ἀφροδίτη, Aphrodítē è, nella religione greca, la dea della bellezza, dell’amore e della fertilità. La potenza divina della dea si rivela nell’amplesso sacro in quanto vi si manifesta la forza che unisce l’elemento maschile con l’elemento femminile.

L’origine del culto della dea, secondo Erodoto, risale in Oriente, in Israele, e successivamente importato dagli abitanti di Cipro.  Ma la sua venerazione potrebbe risalire anche ai Fenici che trasferirono direttamente il suo culto in Grecia.

La sua figura venne ellenizzata già ai tempi di Omero nell’Odissea come moglie del dio Efesto, amata anche da Ares o Marte dio della guerra per i romani.

Nell’Iliade appare, invece, come figlia di Zeus e di Dione, che difende i Troiani, madre dell’eroe Enea generato con Anchise. Il passo in cui Zeus la rimprovera poiché interessata eccessivamente alla guerra di Troia si rifà all’Epopea di Gilgamesh, l’eroe che insulta la Regina del cielo Ishtar, alter ego di Venere. Questo passo può rappresentare una prova dei contatti anche a livello letterario tra la Grecia antica e il Vicino Oriente e in modo simile alle origini del culto della dea.

Esiodo nella sua Teogonia ne fa derivare il nome da aphros ovvero spuma narrando la sua nascita dalla spuma del mare. Kronos figlio di Gaia e Urano, Terra e Cielo, libera i suoi fratelli dall’oppressione del padre sulla madre, tagliandogli i genitali che poi getta in mare. Questi fecondano la spuma del mare da cui nasce Venere.

Fin dai tempi antichi è stata un modello di ispirazione. Nell’arte, l’opera più significativa, è ”La Nascita di Venere”, dipinto dell’artista Sandro Botticelli. Nel ritratto la dea avanza in tutta la sua bellezza e grazia, nuda e distante fluttua su una conchiglia che la fa approdare sull’isola di Cipro. Sospinta e riscaldata dal soffio di Zefiro e accolta da una fanciulla che, per proteggerla, le porge un magnifico manto rosa ricamato di fiori.

Non solo dea dalla bellezza e dell’amore, ieri come oggi, è un simbolo, Afrodite, immagine di amore e bellezza, significato chiaro e palese senza spiegazioni ulteriori: sarà anche per questo che spesso è scelta come tatuaggio.

Chi è la Dea della bellezza e dell’amore oggi

Se per molti è semplicemente la dea della bellezza, per molti altri chi era Afrodite e, chi è tutt’oggi, andrebbe ricercato in un significato meno estetico e più intrinseco della bellezza. E’ questo quello che è accaduto rispetto a questo personaggio nella cultura moderna.

La dea ancora oggi è simbolo di una bellezza eterea, seppur per alcuni non rappresenta i canoni fisici attuali. Ma non per Lady Gaga che con due conchiglie, in Grecia, si è presentata ai fan come la dea greca, in una versione più moderna e con uno stile personalizzato, come simbolo della lotta all’anoressia. Così ha incoraggiato i fan a sottrarsi ai canoni estetici valorizzando la bellezza di ognuno di noi.

Riportata anche al cinema con il film del 1958 di Mario Bonnard ”Afrodite, dea dell’amore” , e nella serie televisiva Xena del 1995.

Immagine, simbolo e significato, chi era Afrodite Dea

A differenza di molte altre divinità, dalla sua storia si legge che sin dalle origini, Afrodite chi era lo ha fatto sapere dal significato che l’accompagna. Bellezza eterea e dell’amore universale.

In principio simboleggiava l’amore universale per tutto il creato, rappresentava la forza dell’amore nelle sue diverse espressioni al fine della conservazione della vita.

Il suo significato, da questo punto di vista, è stato diversificato. Nel Simposio platonico è identificata come Urania dea più antica, figlia di Urano, divinità celeste e rappresentazione dell’amore puro e ideale. E come Pandemia, legata agli aspetti più sensuali e bassi dell’amore, considerata figlia di Zeus e Dione.

Rappresentata anche come Areia legata al culto di Ares, dio della guerra. Venerata come Anzeia e Pontia, dea della fecondità in rapporto ai frutti della Terra e come protettrice dei naviganti.

In antichità, il culto della dea, probabilmente, consisteva nell’esercizio del ballo, una forma molto simile all’attuale danza del ventre. Sicuramente era escluso ogni tipo di sacrificio, il suo altare, essendo simbolo dell’amore, non doveva essere profanato dalla morte.

Inoltre, la rosa, uno dei simboli della dea, è stato collegato al culto di Maria Vergine e Madre.

Anagrafica Principale
Afrodite è la dea della bellezza e dell'amore universale. Venerata dai romani con il nome di Venere. Pre-cosmica figlia di Urano nella Teogonia di Esiodo ma figlia di Zeus e Dione secondo Omero. Adorata fin dall'antichità dai Fenici e dai Sumeri con il nome di Ishtar e Inanna. Ancora oggi è il simbolo della bellezza e dell'amore per il creato.
Nome e CognomeAfrodite
Anagrafica Principale
Afrodite è la dea della bellezza e dell'amore universale. Venerata dai romani con il nome di Venere. Pre-cosmica figlia di Urano nella Teogonia di Esiodo ma figlia di Zeus e Dione secondo Omero. Adorata fin dall'antichità dai Fenici e dai Sumeri con il nome di Ishtar e Inanna. Ancora oggi è il simbolo della bellezza e dell'amore per il creato.
Nome e CognomeAfrodite
© Riproduzione Riservata
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Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. 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Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto