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Piante antinfiammatorie: erbe e rimedi naturali, quali sono e come usarli

Redazione Controcampus 22 Dicembre 2020
R. C.
15/12/2024

L’elenco completo delle piante antinfiammatorie: che cosa sono, a che cosa servono, come usarle, proprietà curative, controindicazioni e come coltivarle.

Aglio, liquirizia, curcuma, aloe vera e artiglio del diavolo, sono alcune delle erbe contenute nell’elenco delle piante antinfiammatorie per le articolazioni, intestino, vie urinarie, prostata, la gola, mal di testa, pelle e per i nervi, le cui proprietà curative sono preziose per la salute umana. I loro effetti benefici possono aiutare a prevenire infiammazione e dolore.

Che cos’è l’infiammazione, e quando una pianta può essere definita antinfiammatoria? Che cosa mangiare per ridurre l’infiammazione? Queste sono solo alcune delle domande a cui risponderemo in questo articolo. Quindi, prima di consultare l’elenco completo delle erbe antinfiammatorie occorre capire a che cosa servono e come poterle utilizzare.

L’infiammazione rappresenta il meccanismo di difesa più efficace contro patogeni, tossine, ustioni  lesioni, infezioni e allergie, determinando conseguentemente un processo riparativo. È riconoscibile dall’insorgenza di 5 sintomi: arrossamento, aumento della temperatura, dolore, gonfiore e riduzione della funzionalità. Può causare dolore e per ridurre il processo infiammatorio si utilizzano farmaci antinfiammatori o erbe e piante medicinali con proprietà antinfiammatorie che stimolano la risposta immunitaria e riducono il dolore.

Una pianta viene definita tale, se contiene sostanze che possono essere utilizzate per prevenire lo sviluppo infiammazioni o facilitarne il trattamento riducendo i sintomi da essa generati. Ma dove è possibile acquistarle e come? Ovviamente dipende dalla specie, ma si possono trovare fresche, secche e in polvere in qualsiasi erboristeria, sotto forma di infusi, decotti, tinture alcooliche o vinose, olii essenziali, integratori alimentari e capsule. Famosissime sono le tisane antinfiammatorie a base di malva come antinfiammatorio naturale per l’intestino.

Ecco, di seguito, l’elenco completo delle piante medicinali antinfiammatorie, a che cosa servono e come usarle, le loro proprietà curative, controindicazioni e come coltivarle.

Erbe piante antinfiammatorie e rimedi naturali, quali sono e a cosa servono: elenco completo

Quali sono le migliori erbe e piante antinfiammatorie per l’intestino, prostata, pelle, articolazioni, vie urinarie, la gola, mal di testa e per i nervi?

  • Curcuma: combatte diverse infiammazioni e dolori cronici come i dolori muscolari, il mal di denti e artrite.
  • Zenzero: contrasta le infiammazioni dovute a osteoartrite e artrite reumatoide.
  • Boswellia: inibisce la sintesi dei leucotrieni, delle prostraglandine e degli enzimi che degradano il tessuto cartilagineo.
  • Artiglio del diavolo: indicata in caso di dolori muscolari, quali  tendiniti, osteoatrite, artrite reumatoide, mal di schiena, mal di testa, cervicale, contusioni, sciatica, artrite e artrosi.
  • Pepe di cayenna: indebolisce il segnale di dolore che il corpo manda al cervello, usata per dolori articolari, mal di testa e eruzioni cutanee.
  • camomilla
  • Malva: contro infezioni vaginali, tosse grassa o infiammazioni intestinali alle gengive o per il mal di denti.
  • Aglio: mal di denti, otite e dolori muscolari,  aiuta a controllare la pressione arteriosa proteggendo il sistema cardiovascolare.
  • Liquirizia: gastroprotettiva ed espettorante, ha un’azione antibatterica.
  • Cannella: contrasta le infiammazioni dovute all’assunzione di cibi troppo grassi
  • Aloe vera: efficace nei casi di artrite, di reumatismi e di dolori articolari. Ottima per i disturbi intestinali come gastrite, colite, intestino irritabile, ulcera e in generale infiammazioni delle mucose.
  • Arnica: per il trattamento di disturbi legati al sistema cutaneo e all’apparato osteoarticolare. Riduce le infiammazioni nelle distorsioni o slogature, il dolore dovuto a traumi, ematomi, stiramenti e contusioni,  favorisce l’assorbimento di lividi.
  • Spirea: inibisce la sintesi delle prostaglandine, responsabili della sensazione di dolore e del infiammazione. Usata contro i malanni di stagione, artrosi, artrite reumatoide, mal di denti, mal di schiena e problemi cervicali.
  • Camomilla: antispasmodico nei disturbi gastrointestinali e antinfiammatorio locale per la cute ed il cavo orale.

Controindicazioni antinfiammatori naturali: chi deve evitarli

Le piante e erbe antinfiammatorie apportano tanti vantaggi all’organismo, ma possono insorgere controindicazioni ed effetti collaterali se si fa  un consumo eccessivo e prolungato. È necessario consultare il proprio medico curante quando si decide di utilizzare un rimedio naturale. Specialmente in caso di malattie pregresse, assunzione di farmaci o integratori alimentari, in caso di gravidanza e allattamento, nei bambini, oppure in caso di allergia verso uno o più componenti che lo costituiscono. Le controindicazioni ovviamente variano da pianta a pianta, ecco perché è fondamentale rispettare sempre le dosi consigliate senza esagerare.

L’assunzione di zenzero e curcuma è sconsigliata se si fa uso di farmaci per il diabete, antinfiammatori e antigoagulanti, specialmente prima di un’intervento. Lo zenzero può provocare gastriti e ulcere se si superano le dosi giornaliere. La liquirizia deve essere evitata da chi soffre di ipertensione,  ipopotassiemia e ipenatriemia, o ha problemi di grave insufficienza renale, cirrosi epatica e diabete.

L’ artiglio del diavolo è controindicata a chi è affetto da gastrite e ulcera peptica, interagisce inoltre con farmaci anticoagulanti, ipotensivi, ipoglicemizzanti orali, antiaritmici e FANS. L’arnica può provocare lesioni di tipo irritativo o caustico nella sede di applicazione. La boswellia in alcuni rari casi può causare eruzioni cutanee, nausea e diarrea. La malva, invece,  è un rimedio sicuro, è controindicata solo in caso di ipersensibilità a uno o più componenti presenti nella pianta. La spirea è controindicata ai soggetti con ipersensibilità accertata all’acido-acetil-salicilico e a chi è in trattamento con cardioaspirina o anticoagulanti del sangue.

Il prelievo delle erbe in natura è fortemente sconsigliato se non si ha una adeguata preparazione naturalistica e botanica. Alcune piante medicali sono protette da vincoli che ne limitano il prelievo, mentre altre sono molto simili ad erbe molto pericolose e possono essere facilmente confuse.

Quali piante antinfiammatorie è possibile coltivare e come fare

Grazie alle loro caratteristiche botaniche la gran parte delle erbe e piante antinfiammatorie, sono facilmente coltivabili in Italia, che sia in giardino o in appartamento in vaso.

La coltivazione della curcuma e dello zenzero si esegue con frammenti di rizomi, amano il clima caldo e umido. La coltivazione in vaso è da preferirsi, per agevolare la possibilità di tenerla a riparo durante l’inverno. Per quanto riguarda la liquirizia, la coltivazione avviene dai semi. Ama luoghi soleggiati e va innaffiata sporadicamente. La spirea ama le posizioni luminose e soleggiate ma tollera abbastanza bene il freddo.

L’artiglio del diavolo viene coltivata oltre che per le sue proprietà anche come pianta ornamentale. Ama i luoghi più soleggiati e caldi, al riparo dalle gelate notturne, predilige terreni particolarmente sabbiosi e deve essere irrigata solo nel periodo estivo. L’arnica ama i luoghi semi-ombrosi o al riparo di alberi ad alto fusto, predilige terreni sciolti, ben drenati e con PH leggermente acidi. La malva si propaga tramite semi, predilige i luoghi soleggiati e terreni drenati misti a sabbia. L’aloe predilige i climi caldi, difficilmente resiste a temperature al di sotto dei 0°. Il terreno migliore per la sua crescita è costituito da 3 parti di sabbia e una di terriccio su un fondo di argilla, in quanto teme i ristagni idrici.

© Riproduzione Riservata
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Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. 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