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Imparare a scrivere: vademecum galateo della comunicazione scritta

Redazione Controcampus 9 Aprile 2013
R. C.
16/05/2024

Imparare a scrivere italiano in forma corretta e vincente non è un'arte da relegare ai soli appassionati di scrittura.

Riuscire a comunicare incisivamente con un corretto uso della nostra lingua rappresenta oggi una reale chiave di successo per tutti

Saper scrivere nella propria lingua madre rappresenta un dato che si tende a considerare forse troppo “di fatto”. Un aspetto tendenzialmente pensato come scontato dal momento in cui esiste una scuola dell’obbligo che “da sola” dovrebbe essere in grado di fornire l’apposita cassetta degli attrezzi per destreggiarsi nel marasma dei flussi comunicativi.

È ovvio che tutti, oggigiorno, siano in grado di scrivere italiano. Ma quanti sono consapevoli e soprattutto possono dirsi padroni della propria capacità di scrittura? Quanti conoscono i più adeguati registri comunicativi e riescono con disinvoltura a declinare all’occorrenza il proprio linguaggio scritto?

Imparare a scrivere ed essere padroni della propria capacità di scrittura

Scrivere italiano, soprattutto saper scrivere un buon italiano, sicuramente non rappresenta un’impresa da eroi, ma accade spesso di rendersi conto che non è comunque neanche da considerarsi un’abilità generalizzabile. Conferire una buona qualità a un proprio scritto e la stessa capacità di scrivere nelle situazioni più disparate (ma soprattutto in maniera grammaticalmente corretta), sono “attitudini” che poggiano le basi in primis sulle esperienze scolastiche. Ma più le possibilità di comunicare e gli spazi comunicativi diventano più accessibili e democratici, più, al contrario sembra che la formazione che la scuola dell’obbligo fornisce ai discenti di ogni età, non sia più sufficiente. Ed è sulla base di questo status quo, che diventa importante, soprattutto per i giovani, riuscire a trovare le opportune vie di “fuga”, mentre la famiglia e il contesto socio-culturale diventano “appigli” determinanti oltre che necessari per poter accrescere le proprie capacità e provare a colmare le lacune a cui la scuola moderna ci sta purtroppo abituando.

Chi è concretamente padrone delle ambite competenze linguistico-comunicative oggi sa di avere chiaramente una chance in più da mettere in gioco: a scuola, all’università, nelle relazioni interpersonali e soprattutto nel mondo del lavoro. L’inizio di una collaborazione lavorativa in fondo prende le mosse da un colloquio, da un parlare, e a valle, dalla stesura di un curriculum vincente. Un esame scritto, soprattutto con l’avvento delle prove intercorso e delle tesine universitarie, richiede necessariamente un livello “dignitoso” di italiano scritto (e che premierebbe probabilmente anche laddove i contenuti non fossero d’eccellenza).

Sapere scrivere italiano non è un più solo un diritto per ciascuno ma oggi si erge come un dovere che presto può trasformarsi in un dono, in concreta opportunità di essere sempre vincenti nelle relazioni e nel confronto a più livelli.

Scrivere l’italiano. Galateo della comunicazione scritta”

A confermarci l’importanza del saper scrivere italiano le professoresse Serena Fornasiero e Silvana Tamiozzo Goldemann attraverso il lavoro editoriale scritto a quattro mani “Scrivere l’italiano. Galateo della comunicazione scritta”.

Un libro utilissimo e destinato a chiunque desideri migliorare la propria capacità di scrittura. Un manuale per chi vuole confrontarsi con se stesso per riconoscersi o meno negli errori più comuni che si commettono scrivendo. Un vademecum con tutte le regole d’oro per scrivere italiano al meglio e per essere sempre pronti alle più disparate situazioni di studio e lavoro. Ma anche gli “strafalcioni” più commessi e tanti esempi per ovviarli e far proprie le modalità corrette e le regole più pure della grammatica italiana. E se non bastasse, capitoli dedicati alla stesura di un curriculum vincente e alle regole base per acquisire una buona capacità critica rispetto al proprio o altrui scritto.

“Scrivere l’italiano. Galateo della comunicazione scritta”: per una scrittura efficace, adeguata, corretta e che sia in grado di diventare una rispettosissima carta di identità per ognuno. Un manuale che non può far a meno di essere nel cassetto di tutti!

Imparare a scrivere italiano, sapere scrivere italiano. Saper “raccontare” per iscritto è una “qualità” definibile per certi versi “innata” o ritenete che sia solo frutto di tanto esercizio?

A scrivere si impara. È un’attività a cui ci si educa, come a ricamare o a risolvere le equazioni. Se qualcuno – per esempio fra i bambini di una classe elementare – appare più dotato di altri, ciò dipende dal fatto che è stato meglio orientato fin da piccolo a parlare bene e a pensare (la scrittura infatti è molto imparentata col pensiero). Diverso è il discorso per la scrittura come forma d’arte, se per “raccontare” si intende “fare letteratura”: in questo caso il talento c’entra (del resto, non basta saper risolvere le equazioni per essere grandi matematici…).

Imparare a scrivere per andare all’Università

Siamo nell’era della digitalizzazione onnipresente, del multilinguismo sempre più richiesto da più parti eppure sembra che permangano in Italia meccanismi mal “oleati” sia nell’apprendimento, che nell’insegnamento della stessa lingua madre. Perché a suo parere oggi si arriva all’università ancora con grosse lacune nell’uso corretto della lingua italiana, soprattutto scritta?

Purtroppo è vero, come confermano test e verifiche di ogni tipo: anche gli studenti universitari, e anche i laureati, hanno grossi problemi con la lingua scritta (tanto nella comprensione quanto nella produzione). Sappiamo anche che i settori più malandati sono il lessico e la sintassi: i ragazzi, in sostanza, conoscono poche parole o non sanno usare con precisione quelle di cui dispongono; e, cosa anche più grave, sono in difficoltà a costruire testi coerenti e logici. È innegabile che ci sono delle falle nella formazione scolastica, già a livello dei programmi; inoltre non dimentichiamo che coltivare l’abilità della scrittura richiederebbe molto tempo, molta finezza e molta generosità intellettuale. Quasi sempre agli insegnanti manca soprattutto il tempo, e così si limitano a correggere le (poche) prove scritte dei loro studenti senza avere occasione di discutere in classe i difetti formali e sostanziali di ciò che è stato scritto. Noi abbiamo avuto modo di verificare i buoni risultati di alcune tecniche, come la sistematica riscrittura dei testi con inserimento delle correzioni, oppure gli esercizi di scrittura fatti in comune, preceduti dalla progettazione del testo e delle sue parti.

Imparare a scrivere e recuperare le lacune

Come sottolineato nell’introduzione del libro, l’università ha vissuto e ancora oggi vive importanti cambiamenti. Più prove scritte, più tesine e più elaborati che hanno spinto nel complesso gli studenti a superare il “limite” della pura oralità a cui ci aveva abituato il mondo accademico. Dal suo punto di vista, riprendere “carta e penna” durante gli studi universitari è davvero sufficiente a recuperare le “ingombranti” lacune che spesso si acquisiscono durante la stessa scuola dell’obbligo?

Non è mai troppo tardi… Del resto, basta vedere la fortuna delle scuole di scrittura (anche) creativa, o il successo dei corsi di scrittura giornalistica o critica.

Leggere tanto, esercitarsi fin da bambini attraverso la stesura di diari o racconti, studiare attentamente la grammatica italiana e tutto l’importante repertorio della letteratura italiana: tutti fattori molto importanti per “sperare” di acquisire una certa padronanza della lingua italiana scritta. Tanti giovani, per esempio, sottovalutano l’importanza della lettura come supporto rispetto alla qualità della propria comunicazione scritta e orale, preferendo la più “comoda” comunicazione per immagini. Come si può superare questo gap e “infondere” soprattutto ai giovani la passione per la propria lingua fin da subito e far comprender loro l’importanza di queste “pratiche”?

La scrittura è un’importantissima “interfaccia” con il mondo che ci circonda, con gli altri esseri umani (anche lontani nello spazio, anche futuri nel tempo): scriviamo per dare informazioni, per trasmettere saperi, per parlare di noi stessi, per consolare o convincere. È un bel guaio se questo straordinario strumento comunicativo viene vissuto nella scuola e nella società solo come un ingombrante e sgradevole esercizio, come una forma di valutazione senza risvolti utili. Sembra strano, ma è difficile far passare la convinzione che anche la lingua (parlata e soprattutto scritta) abbia delle regole da rispettare, come il gioco degli scacchi o il funzionamento del cellulare. Spesso i ragazzi si risentono sinceramente quando vedono le correzioni sui loro scritti: sono convinti che difetti e intemperanze linguistiche appartengano a una sorta di sfera “sacra” legata all’originalità, alla personalità. C’è molto da lavorare.

Secondo lei, cos’è davvero più complesso per un giovane: contestualizzare il proprio scrivere italiano e parlare adottando gli opportuni registri, possedere una discreta padronanza linguistico-comunicativa o porsi con spirito critico verso un testo non proprio?

Mah, è difficile separare questi tre momenti. Pensiamo che i primi due sono premessa indispensabile al terzo. Per lo studente e in generale per un giovane inesperto e poco armato linguisticamente tutto è difficile: il vero punto da cui partire è essere consapevoli delle proprie lacune e difficoltà.

Imparare a scrivere senza farsi ingannare dal web

Il web e il suo eccesso di democrazia: tutti scrivono, tutti raccontano, “troppi” dicono la loro. Di “palo in frasca” o pensa che l’accessibilità indistinta al mondo virtuale possa fornire un aiuto per migliorare il proprio scrivere italiano?

Il web potrebbe essere una risorsa importantissima se ben utilizzato. La nostra impressione è che venga utilizzato, a esser generosi, al dieci per cento delle sue reali potenzialità. Oggi è purtroppo spesso un calderone nel quale riversare acriticamente di tutto (quanti sedicenti poeti e narratori improvvisati, quanti sproloqui inutili…!). Inoltre è non sempre interrogato adeguatamente (basta guardare alla marea di temi svolti pronti per ogni uso). Anche qui – e dovrebbe essere un compito essenziale della scuola – bisognerebbe educare al web, insegnare il suo funzionamento e aiutare a capire che è uno strumento che può aiutare a crescere declinando in modo diverso lo studio di alcune discipline (come ad esempio le lingue o la geografia). E, certo, può aiutare a migliorare il proprio modo di scrivere italiano (e di leggere).

Un consiglio ai tanti giovani sul come migliorare il proprio scrivere italiano

È un consiglio antico: per imparare a scrivere bisogna imparare a leggere: una lettura senza spessore, povera – poniamo di un classico – mentre ignora la complessità del testo non insegna nulla sul piano della scrittura. Se si affianca la lettura con lo studio di una buona critica si avranno due vantaggi: quello di apprezzare molto di più il testo che si legge e quello di avere un modello di scrittura critica su quel testo. Più in generale ai tanti giovani che rivendicano la loro libertà creativa di scrittura, con Pier Luigi Beccaria rispondiamo sempre che la vera libertà è quella che sapranno esprimere entro i vincoli e le norme della lingua, della sintassi, dell’argomentazione eccetera.

Serena Fornasiero esperta di Metrica, Stilista e Storia della Lingua Italiana insegna presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Silvana Tamiozzo Goldemann insegna Letteratura Italiana Contemporanea e Storia della Critica Italiana all’Università Ca’ Foscari di Venezia.

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto