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Griglie di valutazione maturità 2020: indicatori per valutazione

Daniela Saraco 10 Dicembre 2019
D. S.
10/10/2024

Ecco quali sono tutte le novità maturità 2020: dalle griglie di valutazione a  come cambiano le prove scritte , come funziona il punteggio e i nuovi indicatori.

Gli studenti alle prese con la Maturità 2020 sono finalmente a conoscenza dei cambiamenti che dovranno affrontare per entrare nel  mondo degli adulti.

Dopo il susseguirsi di vari Ministri dell’Istruzione, si è finalmente definita la procedura per gli esami di stato.

Il MIUR ha, difatti,  ufficializzato  con la nota del 25 novembre 2019 le novità  per gli esami di stato.

La maturità 2020 prevede il ritorno del tema di storia e le nuove griglie di valutazione per la prima prova. Capiamo nel dettaglio cosa e come cambia.

Gli  studenti che affrontano la maturità nel 2020 possono scegliere una delle sette tracce proposte dal MIUR, ovvero della tipologia A, B, C come di seguito.

A, due tracce di analisi di un testo letterario italiano, compreso nel periodo di tempo che va dall’Unità d’Italia  a oggi. B, tre tracce di testo argomentativo, tra cui quella di storia. C, due tracce con riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. Gli ambiti delle tracce della prima prova 2020 sono: artistico, letterario, storico filosofico, scientifico, tecnologico, economico e sociale.

Come funzionano le griglie di valutazione maturità 2020 e quali sono > SCARICA PDF

La scelta dell’argomento da sviluppare dipende anche dalle proprie abilità e conoscenze. Gli studenti che optano per  la Tipologia A devono  possedere la padronanza grammaticale e  la capacità di costruire un testo coerente. Nell’analisi e nel commento  devono utilizzare un lessico puntuale ed efficace Per la tipologia B, i maturandi  devono mostrare le capacità di comprensione del testo dato. Inoltre devono  spiegare la tesi sostenuta e gli argomenti a favore o contrari della stessa. Nello sviluppo di un elaborato di tipologia C, infine,   devono essere in grado di affrontare con sicurezza un tema dato dimostrando conoscenze acquisite nel corso di studi seguito.

Il Miur ha reso disponibili le nuove  griglie nazionali di valutazione per la maturità 2020. Hanno l’obiettivo di consentire alle commissioni una correzione dei compiti scritti più omogenea. Per la prima prova scritta, le griglie presentano indicatori generali che si riferiscono a tutte le tipologie testuali e indicatori specifici di cui tener conto nell’attribuzione del punteggio per le diverse tipologie.

Per quanto riguarda la seconda prova scritta, le griglie si riferiscono alla valutazione complessiva dell’elaborato senza distinzione tra le diverse parti. Infatti, questa prova può essere strutturata in diverse tipologie. Le griglie di valutazione e i punteggi  variano da indirizzo ad indirizzo di studio, ovvero  sono diverse per i Licei, i Professionali piuttosto che per  gli Istituti tecnici.  Di conseguenza, gli studenti devono prendere in esame le griglia di valutazione del proprio corso di studio  per capire bene come affrontare gli esami e la preparazione di studio.

Indicatori per la valutazione esami di maturità 2020 e calcolo punteggio

Gli indicatori per la valutazione degli esami di stato, riportati nella nota ufficiale del Miur, sono tre, ovvero:

  1. Ideazione, pianificazione e organizzazione del testo. Coesione e coerenza testuali.
  2. Ricchezza e padronanza lessicale. Correttezza grammaticale (ortografia, morfologia, sintassi); uso corretto ed efficace della punteggiatura.
  3. Ampiezza e precisione delle conoscenze e dei riferimenti culturali. Espressione di giudizi critici e valutazioni personali.

Gli indicatori specifici per le singole tipologie di prova, invece sono:

Tipologia A

  • Rispetto dei vincoli posti nella consegna (ad esempio, indicazioni di massima circa la

lunghezza del testo – se presenti – o indicazioni circa la forma parafrasata o sintetica della rielaborazione).

  • Capacità di comprendere il testo nel suo senso complessivo e nei suoi snodi tematici e stilistici.
  • Puntualità nell’analisi lessicale, sintattica, stilistica e retorica (se richiesta).
  • Interpretazione corretta e articolata del testo.

Tipologia B

  • Individuazione corretta di tesi e argomentazioni presenti nel testo proposto.
  • Capacità di sostenere con coerenza un percorso ragionativo adoperando connettivi pertinenti.
  • Correttezza e congruenza dei riferimenti culturali utilizzati per sostenere l’argomentazione.

Tipologia C

  • Pertinenza del testo rispetto alla traccia e coerenza nella formulazione del titolo e dell’eventuale paragrafazione.
  • Sviluppo ordinato e lineare dell’esposizione.
  • Correttezza e articolazione delle conoscenze e dei riferimenti culturali.

La valutazione, infine, non avviene più in quindicesimi per gli scritti e in trentesimi per l’orale, ma in ventesimi. Quindi la somma del punteggio massimo è venti. Ciò significa che sono previsti un massimo di sessanta punti in tutte le prove.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto