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Come diventare capo vigili del fuoco: formazione, corsi e stipendio

Daniela Saraco 9 Novembre 2020
D. S.
06/05/2024

Ecco come diventare capo dei vigili del fuoco: percorso di studi, formazione, requisiti per superare il concorso, stipendio e mansioni del capo pompiere.

Per lavorare nel corpo dei pompieri, occorre seguire una procedura ed entrare a far parte del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Attraverso la seguente guida, contenente le informazioni utili e consigli pratici, è più semplice capire come diventare capo dei vigili del fuoco in Italia. E è possibile individuare concorsi e comparazione gerarchica tra i gradi e qualifiche del Corpo.

Quello dei pompieri è sicuramente un mestiere eroico, di immenso valore e di grande utilità per tutta la società. Oltre ad essere il sogno dei bambini, molti giovani vogliono intraprendere questa professione. Questi professionisti sono pronti a intervenire con rapidità in situazioni di pericolo e di emergenza, quali ad esempio incendi, terremoti, frane, alluvioni ed altri grandi eventi disastrosi per soccorrere le persone e tutelare l’ambiente.

I pompieri fanno parte del Corpo nazionale Vigili del Fuoco, corpo civile della Repubblica italiana incardinata nel Ministero dell’Interno. Il Corpo Nazionale è la componente principale del Servizio nazionale di protezione civile. Il Dipartimento dei vigili del fuoco garantisce, su tutto il territorio italiano, interventi di soccorso pubblico e di difesa civile.

Il personale del Corpo nazionale è composto da vigili del fuoco di ruolo vigili del fuoco volontari. Nell’esercizio delle attività istituzionali, sia al personale permanente sia al volontario, sono attribuite le funzioni di agente di polizia giudiziaria. Ma come diventare capo dei vigili del fuoco?

Come tutti i corpi nazionali esiste una struttura piramidale anche per i pompieri. Esistono, infatti, varie mansioni da poter svolgere. Bisogna, anzitutto, entrare a far parte di questo corpo. Per ottenere la qualifica iniziale di vigile del fuoco occorre superare un concorso pubblico. 

Come diventare capo dei vigili del fuoco: diploma, laurea, formazione e percorso di studi

Per diventare un pompiere è essenziale superare un concorso. Il testo del bando viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Recentemente il D.Lgs. 127/2018 ha introdotto modifiche all’ordinamento del Corpo e ha cambiato anche il titolo di studio richiesto per l’accesso.

Per partecipare al concorso per i vigili del fuoco, infatti, è richiesto il possesso del diploma secondario di secondo grado. Il possesso della laurea risulta molto utile per ottenere un punteggio più alto e, di conseguenza, occupare una posizione migliore in graduatoria.

A spiegarci meglio come diventare capo dei vigili del fuoco è Alessandro Conte: Faccio parte del comando Vvf Napoli e sono distaccato nella sede di Ponticelli turno B. Sono entrato a far parte dei vigili del fuoco nell’anno 2001 dopo aver vinto il concorso pubblico. Il dipartimento dei vigili del fuoco è costituito da una parte operativa e da una parte dirigenziale. Inoltre vi sono impiegati comuni. Il soccorso è gestito in primis dai Vvf operativi e poi dai dirigenti per le proprie mansioni. Gli impiegati ovviamente non gestiscono il soccorso ma espletano incarichi diversi come gestione personale, buste paghe, ferie. Per poter partecipare al concorso pubblico è necessario il diploma. Ci sono da superare varie prove  come cultura generale, prove ginniche e visita medica. L’aver superato tutte queste prove significa essere idoneo a poter diventare vigile del fuoco.”

Alessandro Conte quindi continua:” Con gli anni di servizio e dopo aver sostenuto un concorso interno e un piccolo esame si diventa caposquadra. Questa figura gestisce la squadra durante gli interventi. Con ulteriore anzianità si passa a diventare capo reparto, ossia leader di un gruppo composto da vigili e capi squadra. Al di sopra  ci sono gli ispettori, dirigenti, vice comandante e comandante.”

Mansioni del capo vigile del fuoco e quanto guadagna

Dopo aver spiegato come diventare capo dei vigili del fuoco, capiamone le mansioni. Alessandro spiega: “Le mansioni dei Vvf sono molteplici, per non dire infinite. Tra i principali incarichi ci sono  apertura porte , salvamenti acquatici , salvamenti speleo Alpini e fluviali, incendi boschivi , interventi con rischio nucleare, batteriologico, chimico, radiologico, incidenti aerei, navali, ferroviari, incidenti stradali, salvamento animali in genere.”

Questi professionisti hanno non solo elevate responsabilità nei confronti della comunità ma molteplici incarichi. Tra i principali ci sono:

  • lavori antincendio, compresi la prevenzione, la lotta e lo spegnimento degli incendi, per proteggere vite umane, proprietà e ambiente;
  • fornire cure mediche di emergenza nell’ambito delle esercitazioni;
  • analizzare in modo rapido ed efficace le situazioni pericolose e adottare le misure adeguate;
  • eseguire lavori di manutenzione generale delle attrezzature e dei dispositivi antincendio.

Per quanto riguarda la retribuzione, un Vigile del Fuoco semplice guadagna circa 1.600,00€ lordi, a cui vanno aggiunte altre indennità come quella di rischio  e l’assegno di funzione.  I capo reparti hanno uno stipendio che varia dai €2.000,00 ai € 2.200,00. Una cifra non adeguata ai compiti attribuiti e all’importanza della professione.

Corsi per diventare capo dei vigili del fuoco: quali sono e quali fare

Il Corpo dei pompieri è obbligato a partecipare a corsi di formazione ed esercitazioni in materia di lotta antincendio, assistenza medica d’emergenza, reazione alle catastrofi e salvataggio specializzato. Anzitutto è necessario, dopo il superamento del concorso, partecipare ad un percorso di 6 mesi presso le scuole centrali antincendio di Roma. La scuola di formazione Operativa offre la possibilità di esercitarsi all’interno di strutture per simulazioni che riproducono scenari reali di intervento. Alcuni corsi vengono espletati anche nei grandi comandi come Napoli o Milano.

Il corso iniziale prevede varie prove sia teoriche che pratiche. Se l’allievo  riesce a superare tutti gli esami diventa vigile del fuoco  effettivo. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco provvede alla preparazione del proprio personale attraverso molteplici strutture, al fine di assicurare il soccorso anche nelle condizioni più difficili e nella massima sicurezza. Questo per assicurare la massima professionalità dei pompieri in caso di pericolo per la persona o la cittadinanza.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto