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Cosa significa 6 politico a scuola: cosa vuol dire e chi lo prende

Daniela Saraco 23 Marzo 2020
D. S.
19/03/2024

Ecco cosa significa 6 politico: significato storico di cosa vuol dire questo voto scolastico, quando si da' a scuola il sei politico, chi lo prende e perché.

Il sei politico è nato negli anni 70, con i movimenti studenteschi di estrema sinistra. Questo voto era garantito a tutti, indipendentemente dallo studio, dai risultati e dal rendimento.

Ma cosa significa 6 politico a tutti? Per meglio comprendere il significato di questo tipo di valutazione, bisogna fare un passo indietro. Ci sono diverse vicissitudini che riguardano la storia della scuola italiana, che ne hanno determinato la nascita.

La storia del sei politico, a scuola e all’università, inizia nell’anno 1968. Il Sessantotto è un fenomeno socio-culturale, durante il quale i grandi movimenti di massa contestano contro il potere del governo e le sue ideologie.

Il Sessantotto è stato un movimento sociale e politico che ha profondamente diviso l’opinione pubblica. E naturalmente anche gli studenti fecero parte di questa grande protesta.

Fino agli anni ‘50 gli studenti italiani, soprattutto gli universitari, appartenevano in gran parte alle classi agiate, e politicamente erano orientati al centro o a destra. In ogni ateneo universitario si svolgevano annualmente elezioni per le rappresentanze studentesche istituzionali.Il 24 gennaio 1966 avvenne a Trento la prima occupazione di un’Università. In quell’anno avvenne anche l’episodio più grave avvenne  il 27 aprile 1966, con la morte dello studente Paolo Rossi, caduto dalle scale dell’Università di Roma in seguito a un pestaggio di studenti di destra.

L’estrema destra, quindi, si opponeva  con violenza al Movimento studentesco, che a sua volta reagiva con la stessa violenza. Un altro episodio clamoroso si ebbe il 16 marzo 1968 con l’assalto alla facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma, dove si svolgeva un’assemblea di rappresentanti del Movimento studentesco provenienti da tutta Italia. Un corteo di trecento di fascisti estranei all’università aggredirono a bastonate gli studenti. Dunque, cosa significa 6 politico a scuola? Le sue origini sono politiche e sociali? E oggi quando si applica? Scopriamolo subito!

Cos’è e cosa significa 6 politico: cosa vuol dire per gli studenti a scuola questo voto

Cosa significa il 6 politico a scuola? La straordinarietà di situazioni e i suoi rischi finisce per assicurare la promozione a tutti gli studenti assegnando  il 6 politico. La nascita del 6 politico in ambito scolastico risale al 1968. Gli studenti quell’anno pretesero la stessa valutazione. Il  voto rivendicato dai contestatori era, infatti, indipendente dal risultato dell’esame che dovevano sostenere. Di conseguenza la promozione avvenne  senza essere stati giudicati dai docenti. Il significato del 6 politico, dunque, rivendica parità di diritti e l’estensione del diritto allo studio anche ai giovani di condizione economica disagiata.

Nelle scuole, infatti, c’erano cancelli chiusi, aule presidiate, e invece delle lezione si tenevano assemblee. Gli studenti sperimentavano le prime forme di autogestione in cui organizzavano seminari. Durante le occupazioni studiavano anche forme di lotta politica. Col sei politico, si affermò  l’ autovalutazione e gli esami autogestiti di gruppo in università. Ma tutto ciò durò molto poco e solo in alcuni atenei. 

Allora, quando dare il voto 6 politico?  Questo sistema di valutazione viene applicato solo in casi estremi. Quando, cioè, è necessaria  la promozione massiva dando la sufficienza a tutti gli studenti. La valutazione generale cambia così per tutti. Per gli  studenti è più facile prendere la sufficienza ma è impossibile raggiungere l’eccellenza. Questo perchè viene applicato un unico sistema di valutazione.

Difatti ai professori viene negato il diritto di valutare gli studenti. Come accadeva nelle lotte dei neofascisti, l’esame doveva essere un tu per tu alla pari, anche se lo studente era impreparato. Per questo nacque una delle più grandi occupazioni dell’Università la Sapienza. A Roma,  Il 1º marzo 1968, ci fu uno scontro tra studenti e forze dell’ordine con centinaia di feriti, 228 fermi e 10 arresti.

Quando sono stati dati sei politici a scuola: date ed eventi importanti

Si tornerà a parlare poi del 6 politico con la riforma della Buona Scuola. Infatti la proposta era di ammettere alla maturità anche chi non aveva  la sufficienza in tutte le materie. Poco prima la ministra dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, introduce varie novità tra cui il 6 rosso.  Per legge i voti vanno dall’1 al 10,e il giudizio non è il sulla persona ma sulla preparazione .Dunque il sei politico non rispecchia il grado reale del sapere degli studenti? Da una parte, incoraggia gli studenti a fare di meglio. Dall’altra, però, garantisce comunque un risultato anche quando non c’è un reale impegno.

Negli ultimi anni, in Italia, a causa di eventi sismici, il governo ha valutato l’adozione di questo sistema di valutazione. Nello specifico:

Le fortissime scosse danneggiarono numerosi istituti e l’anno scolastico fu a rischio per tantissimi studenti. A febbraio 2020, invece, a Torino ci fu una rissa tra studenti e poliziotti per l’occupazione dell’Ateneo e il superamento di un esame senza studiare.

© Riproduzione Riservata
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Daniela Saraco Sona una donna, una madre, una docente. Scrivo di scuola e di formazione perché è il mio mondo quotidiano. La Direzione di Controcampus mi ha affidato la rubrica sulla scuola, per aiutare a capire meglio le notizie che raccontano la realtà scolastica, con pochi e semplici passaggi: • Cronaca, ossia il racconto dei fatti interessanti accaduti nel mondo della scuola • Inchiesta, è l'approfondimento di un tema attraverso ricerche e interviste. • Intervista, è interessante fare due chiacchiere con una persona particolare che ci può raccontare un'esperienza o una sua opinione. Perché è così difficile raccontare la scuola sui giornali? Perché è difficile trovare giornalisti davvero specializzati nel settore, che ha le sue caratteristiche peculiari e anche il suo lessico giuridico. Far scrivere un articolo sulla scuola a qualcuno che non sa cosa sia un PTOF, ignora le direttive delle ultime circolari ministeriali, non conosce la differenza fra un concorso abilitante per entrare in ruolo e uno aperto solo agli abilitati è come affidare la spiegazione di un discorso finanziario a un giornalista che non mastica neppure i termini base dell'economia. Gli articoli che riguardano la scuola e i suoi problemi, solitamente, nelle redazioni ormai sono affidati in molti casi a cronisti generici. Questo perché, mancando pagine specializzate e un interesse continuativo per il settore, l'articolo parte quasi sempre da un fatto specifico di cronaca spicciola avvenuto in tale o tal altro istituto, e che viene portato a conoscenza dei media da persone estranee alla scuola stessa. Io, invece, essendo ferrata sulle normative del settore e sui termini tecnici e avendo una memoria storica consolidata di quanto è avvenuto in precedenza, racconto episodi e avvenimenti di cui capisco la reale sostanza. Una scuola non ha un ufficio stampa o un addetto ai rapporti con i media, il Ministero non interviene se non con scarni comunicati che riguardano cose sue, i Presidi si trovano a dover rispondere a domande che rischiano di toccare particolari aspetti della privacy degli alunni e che, se rivelati incautamente, possono avere pesanti ripercussioni sulle vite di ragazzi spesso minorenni. Ecco perché risulta importante e necessario far scrivere di scuola a chi la scuola la fa! Leggi tutto