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Atto Giudiziario esame avvocato 2014: svolgimento atto giudiziario

Redazione Controcampus 8 Dicembre 2014
R. C.
18/04/2024

L’Esame Avvocato parte scritta si svolgerà il 16, 17 e 18 Dicembre 2014.

L’Esame Avvocato parte scritta si svolgerà il 16, 17 e 18 Dicembre 2014. Il primo giorno è dedicato al parere civile, il secondo al parere penale e il terzo giorno all’atto giudiziario

Esame Avvocato Atto Giudiziario

Esame Avvocato Atto Giudiziario

Cerchiamo di capire nel dettaglio come svolgere le prove scritte all’esame avvocato ed in particolare come si scrive un atto giudiziario.

Da dove iniziare a scrivere un atto giudiziario e come redigere brillantemente un atto giudiziario per passare le correzioni della commissione di corte d’appello assegnata.

Le tre prove scritte, infatti, si terranno nei giorni 16, 17 e 18 dicembre e saranno incentrate, come di consueto, su tematiche formulate dal Ministero della Giustizia. A stabilirlo è un bando, recante la disciplina relativa alla sessione 2014, firmato, lo scorso 12 settembre, dal Guardasigilli italiano, Andrea Orlando.

“L’abilitazione ad una professione è sempre un momento importante ma deve essere destinato solo ed esclusivamente a coloro i quali poi, effettivamente, la eserciteranno”. Avv. Americo Montera, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno

Prima di far luce sull’atto giudiziario e sui consigli relativi al suo svolgimento, cerchiamo di spiegare, in breve, ai non avvezzi alle materie giuridiche, quale sia la struttura dell’esame da avvocato.

Come diventare avvocato: dal parere all’atto giudiziario alle prove orali

Diventare avvocato è un’impresa, a dir poco, ardua, l’epilogo di un percorso irto d’ostacoli. Un traguardo agognato, ogni anno, da migliaia di aspiranti principi del foro. Nel 2012, la percentuale media degli ammessi all’orale è stata del 36,36 % degli effettivi partecipanti all’esame di avvocato, con un calo di due punti rispetto al 2011.

Alla complessità dell’esame di avvocato, dunque, corrisponde il lieve calo degli ammessi agli orali. Tuttavia, dalle statistiche del 2012 emerge un dato complessivo di non poco conto: su 33.523 partecipanti, 12.181 sono stati ammessi all’orale, cioè più di un candidato su tre. Al di là del lieve calo degli ammessi, il numero di toghe italiane resta, oltremodo, superiore alla media degli altri paesi europei. Nel Bel Paese, infatti, vi sono più di 247.040 avvocati. Campania, Lombardia, Lazio, Puglia e Sicilia, sono le regioni con il più elevato numero di legali.

Struttura generale dell’esame da avvocato: prove scritte e parte orale

In sintesi, per potersi fregiare dell’ambìto titolo di libero professionista è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti: laurea in giurisprudenza; frequenza di scuole di formazione professionali istituite dai vari Consigli dell’Ordine (requisito facoltativo); certificato relativo al compimento della pratica (o praticantato); superamento delle quattro prove di cui è costituito l’esame di avvocato, e conseguimento del titolo; iscrizione all’Albo dell’Ordine regionale d’appartenenza.

Per chi non lo sapesse, l’esame ha carattere teorico-pratico ed è caratterizzato da quattro prove: tre scritte ed una orale. L’attuale sistema, basato su pareri svolti ed atti giudiziari, affonda le proprie radici nel lontano 1989, ed in particolare, nella legge 20 aprile n. 142, recante modifiche alla disciplina degli esami di procuratore legale e di avvocato.

Al di là di questa breve digressione eziologica, la prima prova scritta consiste nella redazione di un parere motivato, da scegliersi tra due tematiche relative al diritto civile; la seconda prova è, invece, caratterizzata dall’elaborazione di un parere motivato di diritto penale; la terza, ed ultima prova scritta, infine, consiste nella redazione di un atto giudiziario che postuli conoscenze di diritto sostanziale e processuale, su un quesito proposto in materia di diritto civile, penale o amministrativo. Per lo svolgimento di ciascuna di esse, il candidato ha a disposizione soltanto sette ore. Dopo aver superato, con successo, la parte scritta, gli aspiranti avvocati devono valicare l’ultimo scoglio, la prova finale, forse la meno ostica, cioè l’esame orale. Le prova orali consistono nella dimostrazione di conoscenze deontologiche e nella risoluzione di brevi quesiti afferenti a cinque materie, di cui almeno una di diritto processuale, scelte fra le principali branche dello scibile giuridico. Ai colloqui, le cui date di svolgimento saranno divulgate in seguito, sono ammessi, però, soltanto i candidati che abbiano conseguito, nei tre test scritti, non meno di 90 punti e con un punteggio non inferiore a 30 punti per almeno due test. Gli aspiranti avvocati, infine, sono considerati idonei se superano le prove orali con un punteggio complessivo non inferiore a 180 punti.

Come si redige un atto giudiziario: come scrivere e da dove iniziare

L’elaborazione dell’atto giudiziario, terza prova scritta dell’esame, simboleggia una vera e propria cartina di tornasole per verificare se il candidato abbia effettivamente svolto la pratica forense. L’aspirante giurista ha a disposizione sette ore per svolgere una delle tre tracce afferenti al diritto civile, penale ed amministrativo. E su di lui, dunque, ricade l’onere di assumere le vesti d’avvocato e di arguire, dopo un’attenta lettura della traccia, quale sia l’atto giudiziario più idoneo.

Per redigere un atto giudiziario è necessario che il candidato abbia svolto, in maniera a dir poco proficua, i 18 mesi di pratica. Questa prova, infatti, richiede adeguate conoscenze giuridiche, sia teoriche, sia pratiche. Il candidato, assunte le vesti dell’avvocato, è tenuto, da un lato, ad arguire dalla traccia quale sia l’atto giudiziario più idoneo e, dall’altro, ad attuare una vera e propria osmosi tra strumenti di diritto processuale (procedura civile, penale, amministrativa) e sostanziale (diritto civile, penale, amministrativo).

Pertanto, la redazione dell’atto giudiziario impone l’ottemperanza ad appositi schemi giuridici.

In sintesi, nel redigere l’atto giudiziario, l’aspirante avvocato deve rispettare alcune, sintomatiche, norme consuetudinarie. Dopo aver letto attentamente la traccia ed individuato l’atto più idoneo, deve elencare, in maniera a dir poco minuziosa, tutte le norme ed i principi ad esso correlati e, in seguito, citare le massime giurisprudenziali di riferimento.

Spesso accade che in seduta d’esame le commissioni dispensino dei consigli su come sviluppare l’argomento dell’atto giudiziario, dando indicazioni in merito alle possibili soluzioni giurisprudenziali da adottare. In giurisprudenza, infatti, esistono varie posizioni. Alcune sono dominanti, altre minoritarie. Per cui, dal punto di vista strettamente teorico, è possibile ritenere di aderire ad una corrente di pensiero piuttosto che ad un’altra. Anche se, ovviamente, bisogna far riferimento alla gerarchia delle singole corti che emettono le varie pronunce.

Dopo aver redatto la parte introduttiva dell’atto giudiziario (fate attenzione alla grafia) è necessario indicare la natura dell’atto giudiziario da adottare, inserendo, all’interno dello schema giuridico, i dettagli nevralgici relativi al quesito. Infine, l’aspirante avvocato, dopo aver completato lo schema dell’atto giudiziario, deve formulare le richieste (da espletare a beneficio, o per conto, del cliente) e redigere, se necessario, le eventuali annotazioni (con riferimenti normativi).

Al fin di comprendere al meglio l’essenza dell’atto giudiziario e di far luce nel contempo, sull’importanza nevralgica dell’esame da avvocato abbiamo deciso di contattare una voce autorevole, l’Avv. Americo Montera, Presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Salerno.

Americo Montera

Americo Montera

Dal 16 al 18 dicembre si svolgeranno le prove scritte dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di avvocato.

Presidente Montera potrebbe parlarci dell’importanza di questo esame e in particolare dell’atto giudiziario all’esame di avvoacato?

“L’abilitazione ad una professione è sempre un momento importante ma deve essere destinato solo ed esclusivamente a coloro i quali poi, effettivamente, la eserciteranno.”

“Avviene, invece, nel caso dell’abilitazione all’Avvocatura, che l’esame di abilitazione è accessibile a tutti e, quindi, si verifica la penalizzazione di coloro i quali veramente ed effettivamente vorranno lavorare come Avvocati”.

Quali sono le principali difficoltà concernenti l’elaborazione dell’atto giudiziario?

“Non è solo la redazione dell’atto giudiziario a presentare difficoltà ma non per la forma bensì per i contenuti. Sono difficoltose tutte e tre le prove. Infatti, l’argomento da trattare può essere tratto da qualsiasi istituto giuridico. Il candidato deve praticamente conoscere tutto lo scibile del diritto. In verità mi sembra un poco esagerato…”.

Secondo Lei è verosimile ipotizzare che il Ministero della Giustizia scelga le tematiche inerenti agli scritti e in particolare all’atto giudiziario basandosi sull’attualità?

“Ho avuto sempre la sensazione che i Ministeri siano una specie di oggetti misteriosi abitati da alcuni  personaggi che hanno principalmente il problema che trascorra la giornata. Il Ministero della Giustizia si compone di dipartimenti, sotto dipartimenti, sopra dipartimenti, è una vera e propria giungla burocratica. Resterà una specie di segreto di Fatima sul come e da chi  vengono “concepite”le tracce dei temi”.

Breve digressione. L’avvocatura italiana nella morsa della deregulation. “Nulla si vede di giusto o di ingiusto che non muti col mutare di clima. Il diritto ha le sue epoche” così disserta Blaise Pascal nei suoi “Pensieri”. Come dargli torto. Siamo in continua evoluzione. All’inesorabile mutamento societario corrisponde la repentina metamorfosi del diritto. A partire dagli anni ottanta, infatti, nell’occidente industrializzato si è verificata una sorta di trasformazione giuridica che, nel corso del tempo, ha poi assunto diverse nomenclature: decodificazione o deregulation. L’abnorme e sistematico aumento di leggi, decreti e regolamenti tende a falcidiare ed annichilire l’operato dell’avvocatura italiana, la quale, tra dubbi, timori ed aporie concettuali s’interroga sul significato più recondito delle norme. Ma il diritto positivo è, per sua stessa definizione, strumentale al progresso sociale. “Panta rei os potamos”, recitava Eraclito ai piedi del Tempio di Artemide. Tutto si trasforma e nulla si distrugge e, seppure esistesse un diritto naturale sgorgante dall’alba dei tempi, andrebbe riadattato, plasmato all’insegna delle moderne esigenze sociali e, pertanto, foggiato con lo scalpello del diritto positivo. Soltanto il complesso di norme e principi che va sotto il nome di Diritti dell’Uomo merita, per certi versi, di essere considerato etereo, avulso da trasformazioni estreme e dal rovesciamento del predominio della cultura giuridica e politica a favore della logica del mercato. In fin dei conti, il presunto svuotamento del giuridico è, di per sé, conseguenza logicamente prevedibile dell’indebolimento delle funzioni statuali.

L’espansione globale del potere economico e delle nuove esigenze normative, dunque, rendono le esigenze sociali sempre più dinamiche e complesse. La nostra è una società post-moderna, cosmopolita e democratica. Una società in continua evoluzione e trasformazione. In un simile vortice d’agitazione evolutiva, si corre il rischio, però, di restare schiacciati dalla stessa smania di crescita e di perdere il contatto con la realtà. Ma auguriamoci che ciò non avvenga.

Tracce e svolgimento atto giudiziario per ogni prova scritta 2010-2013

Antonio Migliorino

© Riproduzione Riservata
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Redazione Controcampus Controcampus è Il magazine più letto dai giovani su: Scuola, Università, Ricerca, Formazione, Lavoro. Controcampus nasce nell’ottobre 2001 con la missione di affiancare con la notizia e l’informazione, il mondo dell’istruzione e dell’università. Il suo cuore pulsante sono i giovani, menti libere e non compromesse da nessun interesse di parte. Il progetto è ambizioso e Controcampus cresce e si evolve arricchendo il proprio staff con nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus, ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Il suo successo si riconosce da subito, principalmente in due fattori; i suoi ideatori, giovani e brillanti menti, capaci di percepire i bisogni dell’utenza, il riuscire ad essere dentro le notizie, di cogliere i fatti in diretta e con obiettività, di trasmetterli in tempo reale in modo sempre più semplice e capillare, grazie anche ai numerosi collaboratori in tutta Italia che si avvicinano al progetto. Nascono nuove redazioni all’interno dei diversi atenei italiani, dei soggetti sensibili al bisogno dell’utente finale, di chi vive l’università, un’esplosione di dinamismo e professionalità capace di diventare spunto di discussioni nell’università non solo tra gli studenti, ma anche tra dottorandi, docenti e personale amministrativo. Controcampus ha voglia di emergere. Abbattere le barriere che il cartaceo può creare. Si aprono cosi le frontiere per un nuovo e più ambizioso progetto, per nuovi investimenti che possano demolire le barriere che un giornale cartaceo può avere. Nasce Controcampus.it, primo portale di informazione universitaria e il trend degli accessi è in costante crescita, sia in assoluto che rispetto alla concorrenza (fonti Google Analytics). I numeri sono importanti e Controcampus si conquista spazi importanti su importanti organi d’informazione: dal Corriere ad altri mass media nazionale e locali, dalla Crui alla quasi totalità degli uffici stampa universitari, con i quali si crea un ottimo rapporto di partnership. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus ha un proprio obiettivo: confermarsi come la principale fonte di informazione universitaria, diventando giorno dopo giorno, notizia dopo notizia un punto di riferimento per i giovani universitari, per i dottorandi, per i ricercatori, per i docenti che costituiscono il target di riferimento del portale. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito, l’università gratis. L’università a portata di click è cosi che ci piace chiamarla. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei nostri lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. La Storia Controcampus è un periodico d’informazione universitaria, tra i primi per diffusione. Ha la sua sede principale a Salerno e molte altri sedi presso i principali atenei italiani. Una rivista con la denominazione Controcampus, fondata dal ventitreenne Mario Di Stasi nel 2001, fu pubblicata per la prima volta nel Ottobre 2001 con un numero 0. Il giornale nei primi anni di attività non riuscì a mantenere una costanza di pubblicazione. Nel 2002, raggiunta una minima possibilità economica, venne registrato al Tribunale di Salerno. Nel Settembre del 2004 ne seguì la registrazione ed integrazione della testata www.controcampus.it. Dalle origini al 2004 Controcampus nacque nel Settembre del 2001 quando Mario Di Stasi, allora studente della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno, decise di fondare una rivista che offrisse la possibilità a tutti coloro che vivevano il campus campano di poter raccontare la loro vita universitaria, e ad altrettanta popolazione universitaria di conoscere notizie che li riguardassero. Il primo numero venne diffuso all’interno della sola Università di Salerno, nei corridoi, nelle aule e nei dipartimenti. Per il lancio vennero scelti i tre giorni nei quali si tenevano le elezioni universitarie per il rinnovo degli organi di rappresentanza studentesca. In quei giorni il fermento e la partecipazione alla vita universitaria era enorme, e l’idea fu proprio quella di arrivare ad un numero elevatissimo di persone. Controcampus riuscì a terminare le copie date in stampa nel giro di pochissime ore. Era un mensile. La foliazione era di 6 pagine, in due colori, stampate in 5.000 copie e ristampa di altre 5.000 copie (primo numero). Come sede del giornale fu scelto un luogo strategico, un posto che potesse essere d’aiuto a cercare fonti quanto più attendibili e giovani interessati alla scrittura ed all’ informazione universitaria. La prima redazione aveva sede presso il corridoio della facoltà di giurisprudenza, in un locale adibito in precedenza a magazzino ed allora in disuso. La redazione era quindi raccolta in un unico ambiente ed era composta da un gruppo di ragazzi, di studenti (oltre al direttore) interessati all’idea di avere uno spazio e la possibilità di informare ed essere informati. Le principali figure erano, oltre a Mario Di Stasi: Giovanni Acconciagioco, studente della facoltà di scienze della comunicazione Mario Ferrazzano, studente della facoltà di Lettere e Filosofia Il giornale veniva fatto stampare da una tipografia esterna nei pressi della stessa università di Salerno. Nei giorni successivi alla prima distribuzione, molte furono le persone che si avvicinarono al nuovo progetto universitario, chi per cercarne una copia, chi per poter partecipare attivamente. Stava per nascere un nuovo fenomeno mai conosciuto prima, Controcampus, “il periodico d’informazione universitaria”. “L’università gratis, quello che si può dire e quello che altrimenti non si sarebbe detto”, erano questi i primi slogan con cui si presentava il periodico, quasi a farne intendere e precisare la sua intenzione di università libera e senza privilegi, informazione a 360° senza censure. Il giornale, nei primi numeri, era composto da una copertina che raccoglieva le immagini (foto) più rappresentative del mese, un sommario e, a seguire, Campus Voci, la pagina del direttore. La quarta pagina ospitava l’intervista al corpo docente e o amministrativo (il primo numero aveva l’intervista al rettore uscente G. Donsi e al rettore in carica R. Pasquino). Nelle pagine successive era possibile leggere la cronaca universitaria. A seguire uno spazio dedicato all’arte (poesia e fumettistica). I caratteri erano stampati in corpo 10. Nel Marzo del 2002 avvenne un primo essenziale cambiamento: venne creato un vero e proprio staff di lavoro, il direttore si affianca a nuove figure: un caporedattore (Donatella Masiello) una segreteria di redazione (Enrico Stolfi), redattori fissi (Antonella Pacella, Mario Bove). Il periodico cambia l’impaginato e acquista il suo colore editoriale che lo accompagnerà per tutto il percorso: il blu. Viene creata una nuova testata che vede la dicitura Controcampus per esteso e per riflesso (specchiato), a voler significare che l’informazione che appare è quella che si riflette, quello che, se non fatto sapere da Controcampus, mai si sarebbe saputo (effetto specchiato della testata). La rivista viene stampa in una tipografia diversa dalla precedente, la redazione non aveva una tipografia propria, ma veniva impaginata (un nuovo e più accattivante impaginato) da grafici interni alla redazione. Aumentarono le pagine (24 pagine poi 28 poi 32) e alcune di queste per la prima volta vengono dedicate alla pubblicità. Viene aperta una nuova sede, questa volta di due stanze. Nel Maggio 2002 la tiratura cominciò a salire, fu l’anno in cui Mario Di Stasi ed il suo staff decisero di portare il giornale in edicola ad un prezzo simbolico di € 0,50. Il periodico era cosi diventato la voce ufficiale del campus salernitano, i temi erano sempre più scottanti e di attualità. Numero dopo numero l’obbiettivo era diventato non più e soltanto quello di informare della cronaca universitaria, ma anche quello di rompere tabù. Nel puntuale editoriale del direttore si poteva ascoltare la denuncia, la critica, la voce di migliaia di giovani, in un periodo storico che cominciava a portare allo scoperto i risultati di una cattiva gestione politica e amministrativa del Paese e mostrava i primi segni di una poi calzante crisi economica, sociale ed ideologica, dove i giovani venivano sempre più messi da parte. Disabilità, corruzione, baronato, droga, sessualità: sono questi alcuni dei temi che il periodico affronta. Nel 2003 il comune di Salerno viene colto da un improvviso “terremoto” politico a causa della questione sul registro delle unioni civili, “terremoto” che addirittura provoca le dimissioni dell’assessore Piero Cardalesi, favorevole ad una battaglia di civiltà (cit. corriere). Nello stesso periodo Controcampus manda in stampa, all’insaputa dell’accaduto, un numero con all’interno un’ inchiesta sulla omosessualità intitolata “dirselo senza paura” che vede in copertina due ragazze lesbiche. Il fatto giunge subito all’attenzione del caporedattore G. Boyano del corriere del mezzogiorno. È cosi che Controcampus entra nell’attenzione dei media, prima locali e poi nazionali. Nel 2003 Mario Di Stasi avverte nell’aria segnali di cambiamento sia della società che rispetto al periodico Controcampus. Pensa allora di investire ulteriormente sul progetto, in redazione erano presenti nuove figure: Ernesto Natella, Laura Muro, Emilio C. Bertelli, Antonio Palmieri. Il periodico aumenta le pagine, (44 pagine e poi 60 pagine), è stampato interamente a colori, la testata è disegnata più piccola e posizionata al lato sinistro della prima pagina. La redazione si trasferisce in una nuova sede, presso la palazzina E.di.su del campus di Salerno, questa volta per concessione dell’allora presidente dell’E.di.su, la Professoressa Caterina Miraglia che crede in Controcampus. Nello stesso anno Controcampus per la prima volta entra nel mondo del Web e a farne da padrino è Antonio Palmieri, allora studente della facoltà di Economia, giovane brillante negli studi e nelle sue capacità web. Crea un portale su piattaforma CMS realizzato in asp. È la nascita di www.controcampus.it e l’inizio di un percorso più grande. Controcampus è conosciuto in tutti gli atenei italiani, grazie al rapporto e collaborazione che si instaura con gli uffici stampa di ogni ateneo, grazie alla distribuzione del cartaceo ed alla nuova iniziativa manageriale di aprire sedi - redazioni in tutta Italia. Nel 2004 Mario Di Stasi, Antonio Palmieri, Emilio C. Bertelli e altri redattori del periodico controcampus vengono eletti rappresentanti di facoltà. Questo non permette di sporcare l’indirizzo e linea editoriale di Controcampus, che resta libera da condizionamenti di partito, ma offre la possibilità di poter accedere a finanziamenti provenienti dalla stessa Università degli Studi di Salerno che, insieme alla pubblicità, permettono di aumentare gli investimenti del gruppo editoriale. Ciò nonostante Controcampus rispetto alla concorrenza doveva contare solamente sulle proprie forze. La forza del giornale stava nella fiducia che i lettori avevano ormai riposto nel periodico. I redattori di Controcampus diventarono 15, le redazioni nelle varie università italiane aumentavano. Tutto questo faceva si che il periodico si consolidasse, diventando punto di riferimento informativo non soltanto più dei soli studenti ma anche di docenti, personale e politici, interessati a conoscere l’informazione universitaria. Gli stessi organi dell’istruzione quali Miur e Crui intrecciavano rapporti di collaborazione con il periodico. Dal 2005 al 2009 A partire dal 2005 Controcampus e www.controcampus.it ospitano delle rubriche fisse. Le principali sono: Università, la rubrica dedicata alle notizie istituzionali Uni Nord, Uni Centro e Uni Sud, rubriche dedicate alla cronaca universitaria Cominciano inoltre a prender piede informazioni di taglio più leggero come il gossip che anche nel contesto universitario interessa. La redazione di Controcampus intuisce che il gossip può permettergli di aumentare il numero di lettori e fedeli e nasce cosi da controcampus anche una iniziativa che sarà poi riproposta ogni anno, Elogio alla Bellezza, un concorso di bellezza che vede protagonisti studenti, docenti e personale amministrativo. Dal 2006 al 2009 la rivista si consolida ma la difficoltà di mantenete una tiratura nazionale si fa sentire anche per forza della crisi economia che investe il settore della carta stampata. Dal 2009 ad oggi Nel maggio del 2009 Mario Di Stasi, nel tentativo di voler superare qualsiasi rischio di chiusura del periodico e colto dall’interesse sempre maggiore dell’informazione sul web (web 2.0 ecc), decide di portare l’intero periodico sul web, abbandonando la produzione in stampa. Nasce un nuovo portale: www.controcampus.it su piattaforma francese Spip. Questo se da un lato presenta la forza di poter interessare e raggiungere un vastissimo pubblico (le indicizzazioni lo dimostrano), dall’altro lato presenta subito delle debolezze dovute alla cattiva programmazione dello stesso portale. Nel 2012 www.controcampus.it si rinnova totalmente, Mario Di Stasi porta con se un nuovo staff: Pasqualina Scalea (Caporedattore), Dora Della Sala (Vice Caporedattore), Antonietta Amato (segreteria di Redazione) Antonio Palmieri (Responsabile dell’area Web) Lucia Picardo (Area Marketing), Rosario Santitoro ( Area Commerciale). Ci sono nuovi responsabili di area, ciascuno dei quali è a capo di una redazione nelle diverse sedi dei principali Atenei Italiani: sono nuovi giovani vogliosi di essere protagonisti in un’avventura editoriale. Aumentano e si perfezionano le competenze e le professionalità di ognuno. Questo porta Controcampus ad essere una delle voci più autorevoli nel mondo accademico. Nel 2013 www.controcampus.it si aplia, il portale d'informazione universitario, diventa un network. Una nuova edizione, non più un periodico ma un quotidiano anzi un notiziario in tempo reale. Nasce il Magazine Controcampus, nascono nuovi contenuti: scuola, università, ricerca, formazione e lavoro. Nascono ulteriori piattaforme collegate alla webzine, non solo informazione ma servizi come bacheche, appunti, ricerca lavoro e anche nuovi servizi sociali. Certo le difficoltà sono state sempre in agguato ma hanno generato all’interno della redazione la consapevolezza che esse non sono altro che delle opportunità da cogliere al volo per radicare il progetto Controcampus nel mondo dell’istruzione globale, non più solo università. Controcampus diventa sempre più grande restando come sempre gratuito. Un nuovo portale, un nuovo spazio per chiunque e a prescindere dalla propria apparenza e provenienza. Sempre più verso una gestione imprenditoriale e professionale del progetto editoriale, alla ricerca di un business libero ed indipendente che possa diventare un’opportunità di lavoro per quei giovani che oggi contribuiscono e partecipano all’attività del primo portale di informazione universitaria. Sempre più verso il soddisfacimento dei bisogni dei lettori che contribuiscono con i loro feedback a rendere Controcampus un progetto sempre più attento alle esigenze di chi ogni giorno e per vari motivi vive il mondo universitario. Leggi tutto